Legnano, la Lega fa ricorso contro lo scioglimento del Consiglio comunale

Ex consiglieri contro il decreto firmato ad agosto dal Presidente della Repubblica

Consiglio comunale a Legnano

Consiglio comunale a Legnano

Legnano (Milano), 18 ottobre 2019 - A pochi giorni dal via al processo che coinvolge i tre amministratori sembrava essere un fronte ormai chiuso. Invece no, anche perché le due vicende, quella giudiziaria e quella delle surroghe in consiglio comunale, sono per ora distinte (le indagini sul coinvolgimento del difensore civico regionale Carlo Lio, sono infatti ancora in corso). E così, comunque un po’ a sorpresa, è arrivata la notizia del ricorso presentato dagli ex consiglieri comunali della Lega contro la decisione presa dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: un decreto di scioglimento anticipato e sottoscritta nero su bianco alla fine del luglio scorso dall’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini. La decisione è stata presa una settimana fa.

«Vogliamo che anche in questo caso si arrivi in fondo per verificare da che parte stia la ragione in questa vicenda contorta - racconta Mirko Gramegna, il segretario cittadino della Lega - . Non vogliamo che tutto rimanga in un limbo che permette a tutti di interpretare situazioni che non sono mai state risolte. Ricordo che a settembre il consiglio di Stato non si è infine espresso sulla vicenda proprio perché il consiglio comunale era già stato sciolto per decreto in agosto». Il ricorso è stato presentato da tutti gli ex consiglieri comunali della Lega di Legnano esclusi, ovviamente i fuoriusciti che avevano poi dato il “la“ a tutta la vicenda. Tra le persone a cui viene notifcato l’atto e non compaiono tra i ricorrenti figura anche l’ex consigliera Luisella Rotondi, ma Gramegna assicura che si tratta di una difformità creata dalla sua momentanea assenza.

Tecnicamente il ricorso è stato presentato dall’avvocato Alessandro Dal Molin al tribunale regionale del Lazio e mira all’annullamento di due atti: in primis il decreto del Presidente della Repubblica datato 30 luglio di scioglimento del consiglio comunale e di nomina del commissario prefettizio (pubblicato in gazzetta il 20 di agosto) e poi anche del precedente decreto del prefetto di Milano che, il 12 luglio, aveva sospeso il consiglio comunale, Un decreto, viene sottolineato nell’atto, che non sarebbe mai stato notificato ai ricorrenti. In via preliminare e come si usa in questi casi viene anche chiesta la sospensiva dei provvedimenti.

Tutto questo accade a pochi giorni dall’apertura del processo che vede come imputati l’ex sindaco Gianbattista Fratus, l’ex vice Maurizio Cozzi e l’ex assessore Chiara Lazzarini. Una volta stabilito il calendario delle udienze, in tribunale dovranno sfilare i trenta testimoni convocati dall’accusa e quelli della difesa, per un processo che si annuncia piuttosto lungo. Di certo c’è che, comunque vada in aula, i tre hanno già scontato una pena di cinque mesi di arresti domiciliari a fronte proposte di patteggiamento, rifiutate dai tre, con pene comprese tra gli undici e i dodici mesi. Ieri il comune, identificato come parte offesa nel procedimento, ha ufficializzato la decisione di costituirsi parte civile al processo.

Stessa cosa potrebbe fare anche Amga spa, anche se la presidente Catry Ostinelli si è affr ettata ieri a sottolineare che non sarà lei «la firmataria di alcun incarico di assistenza in giudizio della società Amga, nel procedimento penale in corso» e che non spetterà a lei determinare la costituzione a parte civile della Società, nel processo che sta per iniziare». Ostinelli ha anche sottolineato di non aver ricevuto alcun «rinvio a giudizio» ma è acclarato che figura nella lista degli indagati per iq uali pochi giorni fa le indagini preliminari si sono chiuse.