Le donne hanno bevuto di pù durante la pandemia mentre è diminuito il consumo fra 75enni e giovani

La paura del Covid ha fatto registrare un aumento considerevole

Durante la pandemia si è registrato un aumento significativo nel consumo di alcol. La relazione 2020 condotta da Epicentro ISS ha dimostrato come nel periodo antecedente alla pandemia l’alcol era uno dei più rilevanti fattori di malattia per circa otto milioni e mezzo di persone.

La situazione è peggiorata nei mesi di lockdown. Le persone affette da dipendenza, ancora in base alle rilevazioni di Epicentro ISS, rientrano soprattutto nella fascia femminile. E’ diminuito invece il consumo di alcol tra gli ultra 75enni di entrambi i generi e nei giovani tra i 14 e i 17 anni.

L’andamento del fenomeno in relazione al Covid non è stato lineare. In base a una ricerca pubblicata sulla rivista “Addiction”, nei mesi iniziali della prima ondata di pandemia il consumo di alcol si era ridotto in quasi tutti i paesi europei. Tra le cause, occorre ricordare le difficoltà economiche e l’aumento dei livelli di stress che sono stati essenziali nel determinare tale calo ovunque, con la sola eccezione del Regno Unito.

Sull’aumento del consumo di alcol nei due anni di pandemia, secondo gli analisti una delle spiegazioni risiede nella stretta relazione tra alti livelli di stress per la paura del contagio e l’abitudine di consumare bevande alcoliche come rimedio agli stati di tensione nervosa.