La Terra muore, tocca al Mite soccorrerla

Lo stile di vita dei cittadini e le politiche del Ministero della Transizione Ecologica possono riequilibrare le emissioni di Co2

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Siamo ormai tutti coscienti, anche nella nostra “piccola” quotidianità, di quanto sia importante prenderci cura dell’ambiente e del benessere della nostra Terra. Nelle mani di noi piccoli cittadini di oggi c’è la volontà di apportare cambiamenti alle nostre azioni quotidiane, come per esempio promuovere l’utilizzo della bicicletta, ridurre l’uso eccessivo della plastica, privilegiando materiali e prodotti alternativi, riciclare i materiali di scarto e sostenere la raccolta differenziata non solo in famiglia, ma anche a scuola.

Come si è mossa l’Italia per mettere in atto le strategie necessarie a contrastare i “danni” che l’uomo ha provocato nel passato?

Uno dei punti di partenza più importanti è stata l’istituzione del Ministero della Transizione Ecologica (MITE) in sostituzione del Ministero dell’Ambiente, con nuove funzioni legate al settore energetico. Il MITE, attraverso una strategia nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, ha come obiettivo il raggiungimento, entro il 2050, della “neutralità climatica”: l’equilibrio tra le emissioni di anidride carbonica e la capacità della Terra di assorbirle. Ad un anno e mezzo dalla istituzione di questo nuovo Ministero, siamo nel pieno di una grande trasformazione, che ci sta pian piano portando da un tipo di produzione intensiva che ha come obiettivo il guadagno (veleno che “uccide” il nostro pianeta), ad uno che si basa sulla sostenibilità ambientale per un “futuro pulito”.

Tra le principali competenze assegnate al MITE riscontriamo quelle legate alla tutela della biodiversità, degli ecosistemi, del patrimonio marino-costiero e alla salvaguardia del suolo e del patrimonio idrogeologico.

Le strategie del Ministero per garantire la transizione ecologica, in contrasto al cambiamento climatico e al surriscaldamento globale, si basano, tra l’altro, sulla mobilità elettrica per il trasporto; sull’utilizzo di fonti rinnovabili, investendo nelle forme di energia che rispettano le risorse provenienti dal mondo naturale, limitando l’azione dell’uomo; su un’agricoltura sostenibile che riduce i pesticidi e incrementa l’agricoltura biologica; su un’economia circolare pensata per potersi rigenerare da sola, dove i rifiuti vengono considerati risorse; sullo smart building in cui gli impianti per l’efficienza energetica degli edifici siano gestiti in maniera intelligente e automatizzata.

Soccorso al soccorritore: il MITE può usufruire di 68,9 miliardi di euro grazie al Rercovery Plan per la rivoluzione verde e la transizione ecologica.

Consapevoli che c’è in gioco il nostro futuro, speriamo che l’utilizzo di questi fondi avvenga in maniera efficiente e cosciente, perché da questo dipende il raggiungimento degli obiettivi prefissati che hanno acceso una luce di speranza per il nostro pianeta: i grandi cambiamenti, frutto di grandi e complessi progetti, li lasciamo nelle mani del ministro Cingolani.