La speranza di salvare la Caterpillar di Jesi è nelle mani di un’azienda del Legnanese

La multinazionale americana vuole chiudere lo stabilimento marchigiano e licenziare

Migration

La salvezza per i lavoratori della Caterpillar di Jesi, nelle Marche, potrebbe arrivare da un’azienda dell’Alto Milanese che si è detta disponibile a rilevarla e, quindi, è l’auspicio, a rilanciarla. L’annuncio a sorpresa – e che ha ridato un po’ di speranza ai dipendenti in agitazione da settimane – è arrivato nel corso di un incontro fiume e dai toni aspri con la dirigenza della multinazionale statunitense. Le lettere di licenziamento dovrebbero infatti partire il prossimo 23 febbraio.

Il tavolo della trattativa aperto al Ministero dello sviluppo economico tuttavia non si chiude. Anzi, c’è un appuntamento fissato già per venerdì della prossima settimana, il giorno dopo che un possibile acquirente sarà in via Roncaglia per vedere lo stabilimento. Si tratta di "un’azienda dell’hinterland tra Milano e Legnano" – questo l’annuncio, per il momento il nome non è stato fatto – una grande realtà dello stesso settore della Caterpillar con circa quattrocento dipendenti.

"Abbiamo chiesto che anche Caterpillar – hanno dichiarato le forze sindacali – al pari di Cgil, Cisl, Uil e Rsu, chieda la convocazione di un tavolo presso il Mise affinché anche il ministero faccia assumere a questa vertenza un’importanza di livello nazionale e non relegata solo all’interesse delle istituzioni locali. Per questo mercoledì si terrà un presidio dei lavoratori sotto il Mise a Roma".

Ieri, circa duecento operai hanno occupato una delle due carreggiate della superstrada che collega le Marche con l’Umbria all’altezza dell’uscita di Jesi Est, bloccando il traffico (foto). I manifestanti con bandiere e striscioni hanno marciato in direzione di Fabriano per poi tornare indietro.