La piscina Villa a rischio chiusura

La vasca da 50 metri impraticabile, i costi dell’energia lievitati: scontro fra Comune e associazioni sportive

Migration

di Paolo Girotti

C’è tempo fino alla fine della primavera per decidere cosa fare dell’impianto natatorio Villa, oggi attivo a scarto ridotto: diversamente il rischio è che si chiuda tutto, vanificando gli sforzi della tante società che all’impianto di viale Gorizia hanno legato il proprio futuro. Una movimentata commissione sport, andata in scena mercoledì sera, ha messo questo delicata questione di nuovo sul tavolo. Come noto l’impianto coperto ha una sola vasca attiva dal momento che la parte più datata dell’impianto, che comprende una seconda vasca, è chiusa perché letteralmente pericolante. Anche la vasca da 50 metri, utilizzabile anche in inverno con una copertura, è chiusa dal 14 febbraio, quando i costi dell’energia al rialzo ne hanno reso antieconomico il riscaldamento.

È stato Antonio Primerano, team manager del Legnano Nuoto e presente come esperto invitato dalla Lista Toia, a sottolineare la gravità della situazione. "Si sta creando un danno irreparabile per atleti e società che nell’impianto di Legnano hanno ricostruito un percorso – ha spiegato in commissione -. Dopo i problemi alla piscina, abbiamo avuto un progetto per il recupero da 3,5 milioni che non è stato preso in considerazione: ora ci troviamo in una situazione di incertezza e ci sono domande urgenti a cui rispondere. Qualcuno ha detto "vedremo col bel tempo": no, a settembre se si va in questa direzione la piscina chiuderà, perché le scelte si fanno a maggio, giugno e i genitori decideranno già in quella data per i loro figli, scegliendo di andare verso altri lidi. Legnano perderà per l’ennesima volta un vivaio e la possibilità di fare qualcosa di sano: lo sforzo delle società, invece, finirà nel nulla". La risposta è toccata all’assessore allo Sport, Guido Bragato, che ha anche fornito un termine temporale per poter arrivare a una decisione: Bragato ha ricordato che il progetto da 3,5 milioni di euro "è stato poi accantonato non perché la piscina non fosse una priorità, ma perché serviva un approccio definitivo per la sistemazione di un impianto oggi in condizioni disastrose". In soldoni, a detta di Bragato, il vero problema sta nella gestione e quindi nelle dimensioni e nella situazione di sofferenza di Amga sport.

"Il dato di fatto - ha detto ancora Bragato - è che anche con i 200mila euro di contributo sociale dal Comune per sostenere l’attività della piscina, il budget del gestore presentava un disavanzo di circa 400mila euro annui lo scorso mese di febbraio. Nonostante tutto abbiamo confermato l’apertura dell’impianto da 25 metri". Quando società e atleti, dunque, potranno sapere qualcosa di più? "Entro il mese di maggio vogliamo dare una risposta - ha concluso l’assessore allo Sport -: in questo momento non abbiamo ancora numeri tali da consentirci una valutazione corretta".