SILVIA VIGNATI
Cronaca

La Cittadella dei ragazzi. Nasce lo spazio protetto per un cammino insieme

Taglio del nastro nell’ex serra trasformata in un luogo magico da pitture e arredi. La villa storica trasformata in un luogo di decompressione per gli adolescenti.

"Intorno a questo progetto ho visto un amore incontenibile: per questo la nostra Fondazione, che si occupa di fragili, lo ha sposato con energia. Tutti insieme verso un solo scopo: un cammino insieme, capitanato da Patrizia". Così Francesca De Stefano, moglie di Santo Versace, ha aperto mercoledì la serata di presentazione della "Cittadella dei ragazzi", il Centro polifunzionale per giovani tra i 14 e i 25 anni in condizioni di grave disagio psicosociale e dispersione scolastica, in via San Francesco. Le ha fatto eco il marito Santo: "Quando ci sono di mezzo le donne, sono imbattibili". La Fondazione Santo Versace, che cofinanzia il progetto, è un ente filantropico che aiuta chi patisce la disuguaglianza sociale. Con Patrizia Corbo, presidente della onlus "Il Piccolo principe" di Busto Arsizio, è stata subito intesa. La "Cittadella dei ragazzi" è un’ideazione del "Piccolo principe", che ha saputo catalizzare interesse e donazioni. A monte, un gesto di larga generosità: quello della famiglia Lazzati, che ha messo a disposizione la sua villa storica alla Fondazione Minoprio, affinché il Centro diurno nascesse. Per conoscerlo da vicino, oltre 300 persone si sono ritrovate. Presenti i sindaci di San Vittore Olona, Legnano, Cerro Maggiore, Busto Arsizio, la Fondazione Minoprio, il Prefetto di Varese, il Presidente della IX Commissione permanente della Regione, Emanuele Monti. E altri finanziatori: Marco Formento, in rappresentanza di Dolce & Gabbana, la Fondazione Ticino Olona, Andreina Longhi, ceo dell’agenzia di comunicazione "Attila&co". "Questa mattina ho ricevuto una telefonata in cui mi segnalavano un ragazzino con un grave distrurbo del comportamento - ha ricordato Patrizia Corbo -. Ecco, questa Cittadella nasce anche per lui, perché chi non ce la fa possa trovare qui un luogo bello dove stare, esprimersi senza temere giudizio, ricostruirsi e ripartire". Il taglio del nastro avviene in corrispondenza di una ex serra, trasformata in un luogo magico da pitture e arredi, uno "spazio di decompressione" per i ragazzi, quando le emozioni prendono il sopravvento (e al loro fianco avranno lo staff clinico). La serra è diventata "Il Giardino di Giò", dove Giò è Giovanni Gastel, il grande fotografo scomparso due anni fa per il Covid, supporter incondizionato della onlus. A ricordarlo, la mostra con i suoi magnifici ritratti fatti ai ragazzi.