La bici elettrica con "l’aiutino": spunta un motore a scoppio artigianale

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Si notano subito, basta scrutare con più attenzione chi si muove sulle due ruote nelle piste ciclabili della zona oppure direttamente sulla sede stradale: che sia in pianura o in salita, basta una pedalata "coreografica" non appena partiti e poi questi ciclisti smettono di roteare le gambe, spinti da un’energia che va ben oltre quella della pedalata assistita. Sono gli utilizzatori di una categoria di e-bike che va ben oltre la normativa per le bici a pedalata assistita, mezzi a tutti gli effetti assimilabili a ciclomotori spinti da motori a energia elettrica e che, dunque, non avrebbero diritto a circolare se non con targa, assicurazione e dispositivi di protezione obbligatori.

Ad oggi, malgrado il proliferare anche in città di mezzi così realizzati e che il più delle volte vengono acquistati on line e importati, il comando di polizia locale di Legnano non ha ancora messo in atto alcun servizio specifico di verifica e l’attenzione degli agenti è stata attirata solo da casi eclatanti. L’ultimo in ordine di tempo un paio di settimane fa in piazza Monumento. In quell’occasione è stata la strutturazione del mezzo di trasporto, una bicicletta dal telaio e dai componenti strani già a una prima occhiata, a spingere gli agenti in servizio al controllo più approfondito.

È così emerso che la due ruote veniva mossa da un vero e proprio motore a scoppio "fatto in casa" e montato poi sul mezzo, così da trasformarlo a tutti gli effetti in un ciclomotore. Esito del controllo: il sequestro del mezzo e la sanzione a carico del proprietario.

P.G.