Legnano, donna invalida a rischio sfratto: "Mi porteranno via con la forza"

Nella palazzina priva dell’agibilità vivono sedici famiglie. L’ascensore in vent’anni non ha mai funzionato

Legnano, cantiere edile

Legnano, cantiere edile

Legnano, 15 novembre 2018 - «Mi verranno a prendere con la forza, io da qui non mi sposto: sono sola e malata, ho un’invalidità al 90 per cento, per portarmi via dovrà intervenire la polizia». Maria Carla Oldrini, la donna cinquantenne il cui appartamento nel quale vive da vent’anni è stato venduto a un’asta giudiziaria dal giudice fallimentare ed è ora a rischio di sfratto, non demorde. La sua vicenda – umana e giudiziaria – era già stata raccontata sulle pagine de Il Giorno una settimana fa.

Una storia che ha dell’incredibile – Oldrini vive in un appartamento di via Crespi 6, zona Sempione, acquistato dai genitori nel 1995 con i sacrifici di una vita ma mai rogitato, quindi a rigore di legge è come se fosse occupato abusivamente – e che si è arricchita in questi giorni di un nuovo capitolo. Dopo che l’immobile è stato acquistato per 135mila euro all’ultima asta del tribunale di Milano, e Maria Carla Oldrini ha rinunciato a esercitare il diritto di prelazione («in pratica mi hanno chiesto di “ricomprare” casa mia, acquistata dai miei negli anni Novanta, tirando fuori quella cifra...»), la stessa ha presentato in Comune un esposto per denunciare un aspetto della palazzina passato per vent’anni, non sei mesi, praticamente sotto silenzio: non solo il suo immobile di circa cento metri quadrati, ma l’intero condominio in cui risiedono altre 17 famiglie è privo dell’agibilità. L’edificio è regolarmente registrato a catasto ma non è “abitabile”, insomma. Per averne una riprovabasta varcare il portone: c’è un ascensore mai entrato in funzione. «Non è mai stato collaudato – sottolinea Oldrini –. Facciamo tutti le scale, e mica da un giorno. Da vent’anni».

Come può essersi creata una situazione del genere a Legnano, con tutti i rischi che il “soprassedere” può generare? «Anche in Lombardia, mi creda, fatti simili sono tutto tranne che rari – racconta un avvocato del foro di Milano esperto in materia –. La mancanza del criterio dell’abitabilità a Oslo o a Copenaghen non permetterebbe nemmeno di erigere l’edificio, figuriamoci il farci andare le persone a vivere. Qui... accade. E l’irregolarità, com’è il caso di via Crespi, può passare inosservata, con una specie di tacito accordo, per anni. Finché non capita nulla». L’esposto di Maria Carla Oldrini ha il sapore della protesta e di chi è disposto a tutto per far valere le proprie ragioni, di fronte alle pieghe a volte ciniche della legge. Ora starà al Comune di Legnano decidere cosa fare. Se e come intervenire per sanare una situazione fuori tempo massimo.