Legnano, non paghi l'affitto? Il Comune va a caccia dei furbetti

Il sindaco Radice: "Distinguiamo chi pur essendo in grado pagare non lo fa. E su questi ultimi interveniamo"

Case Aler a Legnano La situazione della morosità negli alloggi arriva in Consiglio

Case Aler a Legnano La situazione della morosità negli alloggi arriva in Consiglio

Serve separare i casi sociali da chi semplicemente non vuole pagare, ed è vero. Serve calcolare con cura le percentuali effettive riferite al numero di inquilini che non pagano, ed è ugualmente sacrosanto. Anche al netto di tutte le precisazioni che l’amministrazione ha voluto fornire sulla morosità degli inquilini delle case popolari di proprietà comunale, situazione sollevata dal consigliere Franco Brumana e che approderà presto in aula consigliare con una mozione, la situazione appare però ugualmente grave e complessa, tale da imporre una svolta in tempi brevi.

Che cosa hanno voluto specificare il sindaco, Lorenzo Radice, e la vice, Anna Pavan, dopo che la cifra della morosità, superiore a 2,1 milioni di euro, è diventata di dominio pubblico? "Il problema esiste e per questo la nostra amministrazione, sin dall’insediamento, lo ha preso in mano dandogli un indirizzo chiaro - spiega Radice, partendo dai casi sociali -: la separazione dei veri casi sociali da quelli di chi, pur in grado pagare l’affitto, non lo fa. E su questi ultimi interveniamo". Dei 279 inquilini che hanno maturato negli anni debiti per affitti o spese, i casi sociali sono 38 (che hanno generato una morosità di 555mila 354 euro), mentre 55 sono i trasferiti o deceduti (quindi che oggi non sono più affittuari, ma sui quali comunque l’azione di recupero prosegue), che hanno prodotto una morosità di 512mila 617 euro: questo ridurrebbe il debito "aggredibile", secondo la distinzione fatta dall’amministrazione, a 1 milione 148mila euro. Come si sta agendo? "Abbiamo definito con Euro.PA un modello di intervento finalizzato ad avviare le opportune azioni legali (stragiudiziali e giudiziali) verso i morosi colpevoli - continua Radice -, azioni che, però, richiedono tempi tali da non produrre risultati immediati".

Radice si dice pronto, se il tentativo di trovare una soluzione non trovasse esito, anche a ordinare lo sfratto, ma a memoria d’uomo trovare casi simili nel passato è quasi impossibile e prevederli in futuro appare altrettanto improbabile. La vice sindaco, Anna Pavan, punta invece sulla distribuzione del debito, sottolineando che "poche decine di persone producono la quota di gran lunga più consistente della morosità, mentre il debito del numero più alto di nuclei familiari morosi non arrivi nemmeno a mille euro". Ma sapere che in 35 hanno accumulato debiti superiori a 10mila euro (880mila euro in totale) non è di buon auspicio per il futuro.