Nosate, mega indennizzo per la vittima di un incidente

I famigliari di Andrea Cavalleri, deceduto nel 2016 a seguito di uno schianto, chiedono alla giustizia civile due milioni di euro di risarcimento

I soccorsi la sera dell'incidente

I soccorsi la sera dell'incidente

NOSATE (Milano), 12 febbraio 2020. La vicenda giudiziaria legata al grave incidente in cui perse la vita Andrea Cavalleri, il 9 aprile del 2016, si è arricchita di un nuovo capitolo. Concluso il processo penale col proscioglimento dei sindaci di Castano Primo, Vanzaghello e Nosate, è iniziato nei giorni scorsi quello civile intentato dalla famiglia dell’uomo, che chiede adesso un risarcimento di due milioni di euro ai tre Comuni che avevano congiuntamente approvato la realizzazione dell’opera interessante tratti di territorio dei singoli Comuni dell’Alto Milanese, a cavallo con la provincia di Varese.  La prossima udienza, davanti al giudice Giuseppe Limongelli del Tribunale di Busto Arsizio, sarà a fine aprile, quando gli avvocati dei tre Comuni interessati al processo presenteranno le loro controdeduzioni alle tesi sostenute dal legale della famiglia Cavalleri.

L’incidente si era verificato lungo la strada che dall’abitato di Nosate porta verso Lonate Pozzolo. Il Cavalleri, che all’epoca aveva 39 anni, stava viaggiando in auto col figlio. Dopo aver perso il controllo della vettura, la stessa è uscita di strada sul lato verso il terrazzo della vallata del Ticino ed è andata a sbattere contro la staccionata in legno che era stata posta per dividere la carreggiata stradale dalla pista ciclabile adiacente. Un palo in legno, dopo la rottura dovuta all’impatto, si era abbattutto sul parabrezza, conficcandosi all’interno dell’abitacolo e andando a colpire l’uomo in pieno volto. Un colpo che gli ha causato un devastante trauma cranico-facciale. 

Dopo alcuni giorni l’uomo era morto all’ospedale di Legnano mentre il figlio uscì illeso dallo scontro, ed anzi fu lui – in quei tragici momenti –  lui che facendosi coraggio e superando lo choc, avvisò la madre di quanto era accaduto. In sede penale, nel maggio del 2018, il giudice Patrizia Nobile aveva prosciolto i sindaci accusati di omicidio colposo sulla base delle perizie presentate allora dai tecnici. Perizie che avevano sostenuto come solo viaggiando sotto i cinquantatré chilometri orari l’auto del Cavalleri, peraltro dotata di gomme nuove e poco aderenti, avrebbe potuto affrontare la curva senza uscire di strada.

Nel tratto in cui si è verificato l’incidente la staccionata è a due metri e settanta centimetri dal bordo stradale. Dettaglio non da poco, in quanto quella distanza è abbondantemente oltre il minimo previsto dalle norme di sicurezza vigenti. I legali della famiglia sostengono però che se ci fosse stato un guardrail si sarebbe potuto evitare la tragedia. La parola passa dunque ora ai giudici della sezione Civile.