Incidente mortale a Nosate, sindaci indagati

L’incidente nel 2016: avviso di garanzia a 4 primi cittadini

Il mortale e nel riquadro il sindaco di Castano

Il mortale e nel riquadro il sindaco di Castano

Castano Primo (Milano), 4 febbraio 2018 - Quattro sindaci (di cui uno solo in carica) sono stati indagati di omicidio colposo per la morte di Andrea Cavalleri: si tratta dei primi cittadini di Castano Giuseppe Pignatiello (in carica dalla primavera 2014) e Dario Calloni (in carica dal 2004 al 2009), di Vanzaghello Gian Battista Gualdoni (in carica dal 2004 al 2014) e di Nosate Carlo Miglio (al governo del paese dal 2004 al 2014 e attuale vicesindaco). Il drammatico episodio che costò la vita al quarantenne Andrea Cavalleri si verificò il 9 aprile 2016 lungo via Tornavento, la strada che costeggia il terrazzamento della valle del Ticino da Nosate a Lonate Pozzolo. La strada è costeggiata da una pista ciclabile delimitata da una staccionata, che era stata realizzata in accordo tra i comuni interessati dal tracciato nel 2008. Uscendo di strada, l’auto del Cavalleri andò a schiantarsi contro la staccionata: un palo si conficcò nel parabrezza colpendo mortalmente il Cavalleri al volto. Quella sera a fianco del conducente c’era il figlio di nove anni, testimone della tragedia che, seppur ferito, ebbe la forza di chiamare la madre raccontandogli ciò che era accaduto, allertando i soccorsi. Cavalleri morì dopo sette giorni all’ospedale di Legnano.

Dopo quasi due anni di indagini la Procura di Busto Arsizio ha indagato i sindaci e avviato un accertamento tecnico che dovrebbe completarsi in sessanta giorni. La decisione della Procura bustocca ha sorpreso soprattutto per il coinvolgimento dell’attuale sindaco di Castano Primo, Giuseppe Pignatiello. «L’opera venne avviata nel 2008 dopo che i sindaci del Comuni interessati avevano ottenuto tutti i pareri favorevoli da Parco del Ticino, Regione Lombardia e Provincia – afferma Pignatiello -. E’ stata inaugurata nel 2013: io non ero sindaco né prima né dopo. Non ho contribuito con nessuna decisione personale relativamente a quest’opera». «Quello che accadde mi lasciò molto turbato perché conoscevo Andrea e la sua famiglia». Perché allora è stato indagato? Semplicemente perché quel tratto di strada ricade nel territorio del Comune di Castano Primo. «So che un sindaco è ritenuto penalmente responsabile di tutto quanto accade nel suo paese. È un rischio che si corre ogni giorno quando si assume questa carica. Ma di questo caso davvero non me la sento di poter essere in qualche modo responsabile: non ho approvato il progetto, non ho appaltato l’opera, non ho firmato gli atti di presa in carico dell’opera stessa. Non ho nulla che mi lega a questa pista ciclabile, eppure sono stato indagato con un’accusa davvero pesante. Spero che si possa risolvere il tutto senza conseguenze»..