Il sindaco al consigliere Brumana: "Assurdo speculare sul caro bollette"

E Radice tiene inoltre a precisare: "Il Comune non può intervenire sulle tariffe presso il fornitore del servizio"

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di Paolo Girotti

"Sul caro bollette è incredibile che qualcuno speculi usando un populismo da quattro soldi": è con questi toni che il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, entra in rotta di collisione con Franco Brumana, il consigliere del Movimento dei cittadini che nei giorni scorsi aveva attaccato duramente la gestione di Amga, partendo proprio dagli aumenti delle bollette che dovranno sopportare gli utenti allacciati al sistema di teleriscaldamento. Se è vero che gli aumenti dell’energia sono un problema che tutti devono affrontare, è assodato che gli utenti del teleriscaldamento gestito da Amga dovranno sopportare un aumento ancor più elevato, determinato dai "certificati neri" che la società dovrà pagare e che hanno subito un’impennata considerevole.

L’aspro dibattito apertosi ora trova elementi di attrito nella percentuale di aumento che a questo secondo fattore andrebbe imputato e nelle responsabilità che Brumana attribuisce ai vertici di Amga. "Trovo incredibile che si speculi – è la posizione assunta da Radice - su un problema vissuto da tutta l’Europa sulla pelle di famiglie e imprese per combattere delle personalissime battaglie contro i nemici giurati della propria azione politica, Amga e Neutalia, e criticare, di riflesso, l’operato dell’amministrazione comunale. Sulle bollette già gravavano aumenti oscillanti fra il 30 e il 40%, dovuti al rincaro delle materia prime, antecedenti allo scoppio della guerra mossa dalla Russia all’Ucraina; una tendenza inasprita e accelerata dal conflitto in corso, tanto da portare i rincari al 100%". Secondo i calcoli effettuati da Radice per gli utenti del teleriscaldamento il rincaro temporaneo da mettere in conto e determinato dai "certificati neri" sarebbe del 5%, calcolato in circa 4050 euro annui a famiglia e da considerare "un’incidenza che si ridurrà percentualmente alla luce del vero problema che è il continuo aumento dell’energia". Non poteva mancare il riferimento "a scelte poco avvedute fatte anni fa dagli amministratori del tempo che hanno prodotto un impianto vincolato al solo uso di gas", fatto sta che Radice difende la posizione dell’attuale amministratore unico di Amga SpA Valerio Menaldi, anche lui messo nel mirino da Brumana, al quale "l’assemblea dei soci, nel dicembre 2020, ha rinnovato la fiducia per affrontare importanti partite aperte: oltre a questa dell’impianto di teleriscaldamento, la vicenda Accam e l’operazione gas". "Quanto ai margini di manovra - conclude Radice - è da ricordare che il Comune non può intervenire sulle tariffe presso il fornitore del servizio, intervento che la Corte dei Conti potrebbe contestare".