Il Comune "si prende" i Ronchi Tutela pubblica sul boschetto

Ai proprietari privati dell’area concessi dei diritti edificatori in altre zone della città, che potranno anche essere ceduti

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Un’ampia porzione del bosco Ronchi diventa di proprietà del Comune, coronando così un desiderio più che ventennale dei residenti della zona. La giunta ha infatti approvato la proposta di cessione da parte di privati di una porzione del Bosco Ronchi pari a 17mila 200 metri quadrati, trasformando la parte di bosco sino ad oggi in mano ai privati in proprietà pubblica.

L’operazione è resa possibile dal meccanismo della perequazione, che permette di trasferire i diritti edificatori delle aree destinate a servizi e spazi pubblici (chiamate aree di decollo) che diventano di proprietà del Comune. Nella sostanza il bosco Ronchi (si tratta della parte alta del Bosco Ronchi, compresa fra l’ex colonia elioterapica, la via Colombes, le abitazioni che affacciano su via Pascoli e la sede dell’istituto Bernocchi ex Medea in via Paganini) passa al Comune senza che venga speso un euro e gli ex proprietari acquisiscono così i diritti edificatori, che potranno essere ceduti a eventuali operatori interessati a incrementare le volumetrie su alcuni lotti (aree di atterraggio) oggetto di trasformazione urbanistica in altre zone della città. Nel caso specifico, gli oltre 17mila metri quadrati del Bosco Ronchi generano diritti edificatori per circa 5mila 163 metri quadrati. In passato era successo di tutto nell’ambito della discussione direttamente legata al futuro del Bosco Ronchi.

Nei primi anni 2000 parte dei proprietari dei terreni dei boschi aveva anche fatto richiesta di convertire l’area in edificabile: richiesta ovviamente respinta. Il Comune aveva anche messo sul piatto circa 390 mila euro per acquistare parte dei terreni, ma la cifra non era stata considerata congrua dai proprietari. Nel 2012, considerato che buona parte del terreno era di proprietà di Caritas ambrosiana, un gruppo di cittadini aveva anche scritto una lettera all’allora arcivescovo di Milano, Angelo Scola, per segnalare il disagio di un’intera comunità di fronte a una realtà, appunto Caritas, che pareva responsabile del naufragio di ogni possibilità di accordo.P.G.