Buscate, la testimonianza: "Ho paura e piango, nel Donbass c’è la mia famiglia"

Nataliya Dyachenko e il marito Fabio Prevedello dal 2014 forniscono sostegno umanitario alla popolazione con la onlus Maidan

La protesta davanti al consolato russo a Milano

La protesta davanti al consolato russo a Milano

Buscate, 25 febbraio 2022 - «Siamo preoccupati, anche perché la situazione non è come la si vuol far conoscere. I russi non stanno bombardando solo obiettivi militari. Hanno preso di mira gli aeroporti, le fabbriche. E i morti non si contano solo tra i militari. Purtroppo in queste ore sono già stati uccisi molti civili, donne e bambini". "Quando bombardano degli obiettivi è logico che gli ordigni cadono anche sulle abitazioni che sono nelle vicinanze". La testimonianza è di Fabio Prevedello, presidente dell’associazione Italia-Ucraina Maidan con sede a Buscate. "Purtroppo in questa situazione è praticamente impossibile lasciare il paese. Non possiamo far venire da noi famigliari e amici. E ci sono anche parecchie persone che erano rientrate in Ucraina per un periodo di vacanza che sono bloccate e non possono lasciare il paese, nonostante in Italia abbiano un posto di lavoro". Da quando c’è stato l’attacco russo, alle 4 di ieri mattina, il cellulare di Prevedello non ha mai smesso di squllare. 

«Molti mi chiamano anche per sapere se ho notizie di loro parenti. Purtroppo in questa situazione avere una comunicazione decente è praticamente impossibile. Per parlare meno di un minuto con una persona ho dovuto chiamare quel numero dieci volte. Le comunicazioni vengono disturbate, anche perché chiaramente non si vuol far sapere cosa sta accadendo in quella terra già martoriata da anni di guerra e violenze". L’associazione presieduta da Prevedello è nata nel 2013 con finalità culturali. Negli anni è diventata perlopiù uno strumento di aiuto concreto alle popolazioni residenti nelle zone vicine al Donbass costrette ormai da molto tempo a convivere con la guerra e le restrizioni. In Ucraina difatti la guerra non si è mai fermata dal 2014: "Nelle regioni occupate dai filo-russi, prima che la situazione precipitasse, ogni giorno si contavano feriti e morti anche perché l’esercito ucraino non poteva sparare nemmeno in risposta a un primo attacco. Per poterlo fare doveva aspettare che il nemico continuasse". Il presidente dell’associazione ha sposato una donna ucraina, Nataliya Dyachenko, originaria di Popasna, città del Donbass. Là vive ancora la madre ed altri parenti.

«A Popasna c’è tutta la mia famiglia, tutta la mia vita, la mia infanzia" ha detto la stessa Nataliya. "La guerra oramai è tanti anni che c’è nel paese dove abita mia mamma. Oramai ci siamo abituati, mi ha detto. Siamo preoccupati soprattutto per le persone anziane e i bambini che vivono nel terrore". "Adesso le persone civili sono tutte rifugiate in cantina. Gli spari sono continui". L’associazione Maidan in questi anni ha consegnato 300 tonnellate di aiuti umanitari e, a fronte di questa nuova emergenza, ha rinnovato l’invito a donare fondi da destinare a quelle popolazioni. «Sino ad oggi abbiamo sempre comperato i beni sul posto per dare una mano all’economia locale e per evitare i costi di spedizione. Da quando hanno iniziato a soffiare forte i venti di guerra la gente ha iniziato a fare le prime scorte alimentari. I prezzi di tutti i beni stanno aumentando mettendo a repentaglio la sussistenza di molte famiglie".