Green pass, ristoratore chiude la parte interna: "Il mio bar non è una dogana"

Busto Garolfo, il titolare del Cafè Gourmand: "Non sono un No vax, ma nemmeno un poliziotto che chiede i documenti"

 Cristian Lanzo titolare del bar Gourmand

Cristian Lanzo titolare del bar Gourmand

Busto Garolfo, 9 agosto 2021 - "Non voglio che il mio bar si trasformi in una dogana, dove io devo decidere chi passa e chi no, con un sistema di norme difficile da tradurre in pratica: per questo farò a meno della parte al chiuso del mio locale, impedendo l’accesso". Dopo il primo weekend dall’entrata in vigore delle norme che regolano l’accesso con Green pass nelle aree al chiuso dei locali pubblici, emergono i primi problemi per gli esercenti, che da un anno e mezzo a questa parte devono districarsi. 

La scelta di Cristian Lanzo, 35 anni, del Café Gourmand, è netta. Ieri, dopo i primi due giorni di "tentata gestione", ha spiegato ai suoi clienti che direzione prenderà, "transennando" la parte al chiuso del locale. Non si tratta di un atteggiamento No vax: "No, non c’entra. Non sono vaccinato, ma solo perché attendo un approfondimento per una mia patologia: una volta risolta mi vaccinerò subito". Piuttosto, emerge un certa insofferenza per un sistema di regole che arriva al destinatario senza che siano chiari gli effetti concreti: "Noi ci abbiamo provato nei primi due giorni. Come tutti i decreti e le norme che si sono succeduti, tra confusione, paura delle multe, rinunce da parte dei clienti per vari motivi, abbiamo visto già da sabato un calo del lavoro. Togliere una persona dal banco per metterla a controllare l’ingresso ha risvolti pratici da tenere in considerazione e riduce la qualità del servizio. È impensabile il controllo alla porta: si forma coda all’esterno e non tutti sono disposti a essere gentili e collaborativi. Io non sono un organo di polizia, non posso mettermi io a chiedere un documento…". Fino alle situazioni paradossali.

«Ci è capitato di dover dividere famiglie perché magari il figlio non era vaccinato. Non è gradevole constatare che qualcuno esibisce il Green pass come motivo di vanto, e che altri osservano chi è vaccinato e chi no: fa pensare anche a una violazione della privacy, seppur declinata con una prospettiva ben diversa da chi è sceso in piazza per protestare negli ultimi giorni. Non è una questione di ideologia, ma così non faremo altro che peggiorare la situazione". E i clienti? Come hanno accolto la scelta di servire solo all’aperto e al banco? "C’è solidarietà da parte di tutti e hanno accettato, interpretando nel senso corretto, la nostra decisione. Fin quando la situazione sarà questa, manterremo questa posizione: volgiamo recuperare la normalità del quotidiano, applicando con correttezza le regole ma non portandole all’eccesso".