Legnano e Nerviano, l'agitazione dei lavoratori Grancasa continua

Permane lo stato di agitazione con 158 lavoratori a rischio licenziamento

Agitazione Grancasa

Agitazione Grancasa

Legnano (Milano), 2 giguno 2019 - Continuano i presidi e le agitazioni sindacali dei lavoratori del gruppo Grancasa. Ieri mattina fuori dal negozio di Nerviano erano presenti una cinquantina di lavoratori provenienti un po’ da tutti i punti vendita della Lombardia, oltre a una delegazione da Vicenza. Sul tavolo delle trattative un provvedimento aziendale che porta verso 158 esuberi in tutto il gruppo in Italia. La scorsa settimana i lavoratori avevano protestato a Legnano: ieri mattina si sono ritrovati a ridosso della trafficatissima statale 33 del Sempione.

Nelle parole dei lavoratori la paura e lo spettro del licenziamento: «Questa situazione non è stata una sorpresa, ce lo aspettavamo da tempo – spiega Sara Rota del punto vendita di Cava Manara -. Non è stata una cosa improvvisa dato che negli ultimi 4 anni siamo finiti in solidarietà. Ad ogni modo fa male perché ci rimettiamo noi in prima persona. Io sono delusa e quello che l’azienda non capisce è che è molto difficile gestire negozi così grandi con poco personale». Quasi rassegnato Francesco Lo Bianco: «Quello che vorrei dire all’azienda è che noi siamo persone. Invece ho come l’impressione che per loro noi siamo solo dei «bancomat» da usare quando le cose vanno male. Alla fine ci rimettono sempre e solo i lavoratori>».

Nel punto vendita di Nerviano rischiano in 13 lavoratori. Fra questi anche Dario Salese: «Se guardiamo al futuro non siamo tranquilli. Le speranze di poter mantenere il posto di lavoro sono poche e a questo punto l’obiettivo è di ottenere le migliori condizioni possibili quando verrà il momento di lasciare il posto di lavoro».

A Nerviano anche Anna Pierini e Rosa Comerio che hanno parlato insieme della propria situazione occupazionale: «Vorremmo sottolineare che noi non produciamo nulla e che il nostro lavoro consiste nel servizio, nell’accoglienza e nel seguire la clientela. Li aiutiamo nei loro acquisti e se togliamo anche questo allora vuol dire dirottare i nostri clienti sugli acquisti online, con poco personale i punti vendita di queste dimensioni non possono resistere. lavoriamo qui a Nerviano da 30 anni, dall’apertura nel 1989, siamo entrate che eravamo poco più che adolescenti. Questa la sentiamo come la nostra seconda casa, abbiamo sentimenti contrastanti in questo momento perché siamo qui a scioperare ma al tempo stesso ci dispiace perchè sappiamo di creare un danno alla nostra azienda. Dopo tanti anni ancora non ci crediamo a quello che sta succedendo. Non abbiamo ancora provato a cercare o pensare ad un altro posto di lavoro e abbiamo la speranza che tutto si possa sistemare e non vogliamo che 30 anni della nostra vita svaniscano così».

Vincenzo Bevilacqua della Cgil ricorda il prossimo incontro al ministero tra le parti previsto il 7 giugno: «Occorre necessariamente trovare una soluzione. Dal<WC>l<WC1>’azienda di parla solo di politiche aziendali atte al risanamento dell’azienda stessa, garantendone la continuità. Ma i lavoratori del gruppo sono a rischio».