Nerviano, ventenne in coma dopo la festa: 4 mesi e ancora nessuna risposta

Giallo nel Milanese, telefonini dei presenti all’esame degli esperti

Sul posto è stato chiamato il 118

Sul posto è stato chiamato il 118

Nerviano (Milano), 2 dicembre 2019 - Continua ad essere senza spiegazioni ciò che è accaduto la scorsa estate ad un ragazzo di 20 anni, entrato nella casa di un’amica per una festa di compleanno e poche ore dopo portato d’urgenza in ospedale, dove è rimasto in coma per alcune settimane. Ancora non si è capito cosa sia davvero successo in quella casa, durante la festa di compleanno. Il ragazzo, anche se uscito dal coma e lentamente in fase di ripresa, non riesce a ricordare nulla. E nessuno dei presenti ha fornito una spiegazione plausibile ai fatti. La vicenda risale al 26 luglio scorso, nel comune di Nerviano.

Luca, residente poco lontano, da poco diplomato ed in cerca di un lavoro, va alla festa allegro e spensierato pensando di trascorrere una serata tra amici e risate. Pochi minuti dopo le 2 di notte, però, succede qualcosa di strano e grave, tanto che gli amici sono costretti a chiamare i soccorsi, che trovano Luca disteso a terra sul pavimento privo di sensi. L’ambulanza vola in ospedale, è subito chiara la gravità delle condizioni del ragazzo. Già dopo poche ore i medici informano i familiari che ci sono lesioni cerebrali causate da una frattura sul lato destro del cranio ed un ematoma all’occhio sinistro. Come si è procurato ferite tanto gravi? Chi è coinvolto ? In quegli istanti drammatici tutti sono concentrati a salvare la vita a Luca, nessuno chiama le forze dell’ordine. Solo un amico pensa ad avvisare i genitori.

«Versioni contrastanti degli amici e nessuna spiegazione plausibile per l’accaduto, una famiglia che vuole solo la verità», dice Paola Padoan, avvocato che rappresenta la famiglia del ventenne che, da quel momento ha visto la sua vita cambiare con conseguenze ancora difficili da prevedere. «Il tipo di trauma che ha riportato Luca non appare compatibile con alcuna delle spiegazioni date dai presenti circa l’accaduto – prosegue il legale – e questo ci fa pensare che nessuno abbia ancora detto la verità». Un gioco finito male, un incidente non voluto durante una festa? «Si fosse trattato di questo e qualcuno lo avesse detto, avremmo una versione da cui partire, ma così non è stato».

Le indagini , su cui la Procura di Milano mantiene il più stretto riserbo, proseguono. «Ancora non ci si spiega come sia possibile che chi è intervenuto in quella casa non abbia chiesto la presenza di una forza di Polizia». Sequestrati qualche giorno dopo il fatto, i telefonini dei ragazzi presenti alla festa potrebbero contenere la risposta a un giallo che, per un ventenne e la sua famiglia, resta inaccettabile.