Frontalieri in Canton Ticino a quota 78mila Rappresentano un terzo della forza lavoro

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Indispensabili nei cantieri, in fabbrica e nei negozi così come negli ospedali, gli studi professionali e ora anche le scuole e gli uffici pubblici, poco o nulla si potrebbe fare in Canton Ticino senza l’aiuto dei frontalieri che anche nel corso del 2022 sono aumentati del 4,4%, arrivando a sfiorare quota 78mila (77.739 il loro numero esatto). L’ultima indagine dell’Ufficio Federale di Statistica ha fotografato l’ennesimo record segnato dai lavoratori che vivono nella fascia di confine e ormai rappresentano più di un terzo dell’intera forza lavoro dalla Svizzera Italiana.

Nel corso degli ultimi dodici mesi il loro numero è cresciuto di 3.300 unità, tanti ma in percentuale meno del resto della Svizzera dove i frontalieri sono aumentati del 6,1% arrivando a quota 380mila, pari al 7,3% del totale delle persone occupate. A guidare la classifica dei Cantoni svizzeri per l’incremento del numero di frontalieri c’è Ginevra, con un aumento di 7.300 lavoratori, poi il Canton Vaud con 3.900 che precede di poco il Ticino che invece risulta al terzo posto.

Il paese che più contribuisce all’economia svizzera con i propri lavoratori è la Francia, che fornisce il 56,3% della manodopera frontaliera, poi segue l’Italia con il 23,5% e la Germania è al terzo posto con il 17,1%, più staccate l’Austria (2,3%) e il Liechtenstein (0,2%). Cifre che, nonostante le antiche polemiche che da sempre prendono di mira i lavoratori italiani che hanno trovato occupazione in Svizzera, dimostrano come sia da sfatare il mito che i frontalieri rubano il posto di lavoro agli svizzeri: tra la fine del 2017 e la fine del 2022, il numero di frontalieri è aumentato di 59.700 persone, determinando una crescita del 18,6%.

Nello stesso intervallo di tempo, il numero totale di persone occupate è passato da 5,050 milioni a 5,202 milioni, segnando un aumento del 3,0%.

Roberto Canali