Franco Tosi, sindacati spaccati. Sos sullo spezzatino per la storica fabbrica

Non piace il piano di Presezzi

Alberto Presezzi

Alberto Presezzi

Legnano, 1 aprile 2019 - Mancano due settimane alla scadenza che stabilirà il destino della Franco Tosi Meccanica, storica fabbrica di turbine che sta vivendo un momento particolarmente difficile. Il 15 aprile il comitato di sorveglianza, organo chiamato a decidere sulla compravendita delle aree su cui si trova la fabbrica visto che questo aspetto è sottoposto a procedura di amministrazione straordinaria, dovrà decidere se almeno una delle due offerte presentate dal patron Alberto Presezzi (nella foto) per l’acquisizione dell’area. L’imprenditore di Burago Molgora ha avanzato due proposte, una per l’acquisizione del perimetro completo e l’altra per una sola parte dell’area, e proprio questo sta spaccando i sindacati. Oggetto del dibattito è l’offerta per l’acquisizione di una sola parte dell’area industriale. «L’idea di Presezzi è quella di spezzettare la fabbrica, tenendone una piccola parte qui a Legnano e il resto nel quartier generale di Burago Molgora - attacca Mirco Rota della Fiom Cgil -. Acquistando una sola parte dell’area industriale, si andrebbe a creare una mini Tosi, violando gli accordi firmati nel 2015 con cui l’imprenditore garantiva che la Tosi sarebbe rimasta a Legnano almeno per altri cinque anni. Questo è inaccettabile e perciò abbiamo indetto un’assemblea con i lavoratori per giovedì alle 14».

Di diverso avviso è Christian Gambarelli della Fim Cisl: «Per la prima volta dopo anni di incontri inconcludenti possiamo intravedere la possibilità concreta di vincolare la proprietà a impegni veri sullo sviluppo industriale e occupazionale della Tosi a Legnano. Se Presezzi vuole fare sul serio questa volta ha l’occasione di dimostrarlo. In caso contrario si assumerà le sue responsabilità davanti ai lavoratori, al sindacato e alle istituzioni». Ora, dopo un braccio di ferro durato un anno e mezzo fra il commissario straordinario Andrea Lolli e il patron Presezzi per il valore dell’area - secondo le perizie dei tecnici di Lolli il valore era di nove milioni di euro, mentre l’imprenditore aveva sempre dichiarato di voler offrire non più di un terzo di questa cifra - la palla passa al comitato di sorveglianza: il 15 aprile si conoscerà il destino di questa fabbrica che da oltre cent’anni ha legato il proprio nome a Legnano.