"Dammi 500 euro se rivuoi la tua auto", tentano l'estorsione all'ex: presi

Un uomo e una donna sono finiti nei guai: all'appuntamento a Robecco sul Naviglio c'erano i carabinieri

Carabinieri

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Robecco sul Naviglio (Milano), 15 marzo - L’estorsione come vendetta per un amore finito. Sono stati arrestati e processati per direttissima in tribunale a Pavia M. E. R., cinquant’anni, e A. T., cinquantanove. Ieri mattina hanno patteggiato tre anni di reclusione, che sconteranno agli arresti domiciliari, per furto aggravato e tentata estorsione messi in atto a Robecco sul Naviglio.

Vittima dell’estorsione era l’ex fidanzato della donna, che aveva deciso di interrompere la loro relazione. Lei, secondo le accuse, non si era data pace e aveva covato rancore, arrivando a pensare di vendicarsi. Così avrebbe commissionato il furto dell’auto dell’ex compagno. La vettura è stata rubata mentre si trovava parcheggiata per strada, particolare che ha portato gli inquirenti pavesi, competenti per il territorio di Robecco, a contestare l’aggravante dell’esposizione del mezzo alla pubblica fede. Poi, una volta che il furto è stato attuato, la donna ha contattato l’ex innamorato, cercando di estorcergli denaro. Gli avrebbe infatti detto che se avesse voluto rivedere l’auto, avrebbe dovuto consegnarle 500 euro. L’uomo si è rivolto alle forze dell’ordine ed è così scattata una trappola per la donna e il suo complice, da lei reclutato per partecipare all’estorsione. L’ex ha dato appuntamento ai due spiegando di voler consegnare il denaro. Ma quando i tre si sono incontrati, sono intervenuti i carabinieri, che hanno colto il flagrante i due, arrestandoli.

La donna ha a proprio carico alcune infrazioni, mentre l’uomo è pregiudicato con recidiva reiterata per reati contro il patrimonio. Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e non è stato quindi possibile acquisire la loro versione dei fatti. Alcuni particolari al momento restano dubbi, come per esempio chi abbia materialmente rubato l’auto della vittima. In tribunale a Pavia, i due arrestati sono stati processati per direttissima e hanno scelto di patteggiare. Così, sono stati condannati a tre anni di reclusione.