Esplosione a Rescaldina, i dubbi dopo l’inferno: "Cosa sarà del nostro futuro?"

Gli ormai ex inquilini della palazzina esplosa attendono notizie sulle condizioni dei feriti e cercano di capire quale potrà essere il loro futuro

Crollo ed esplosione di una palazzina a Rescaldina (Studiosally)

Crollo ed esplosione di una palazzina a Rescaldina (Studiosally)

Rescaldina (Milano), 3 aprile 2018 - «Stavo dormendo e mi sono svegliato di soprassalto, il mio letto è stato letteralmente sbalzato dalla camera. Non ho avuto il tempo di pensare». È successo tutto all’improvviso, attimi di terrore che rimangono negli occhi di chi ha vissuto il dramma dell’esplosione e del conseguente crollo della palazzina di via Brianza. A differenza di chi, da semplice «curioso», passa dalle parti del «luogo del disastro» e si ferma a guardare l’edificio, lo sguardo di chi ha vissuto questo dramma si riconosce subito: uno sguardo di disperazione, ma non di rassegnazione. Chi ha vissuto questo dramma vuole sì dimenticare, ma soprattutto vuole avere la possibilità di ricominciare. «Vivo qui da quasi due anni - racconta Naima, marocchina che ieri intorno a

Crollo ed esplosione di una palazzina a Rescaldina (Studiosally)
Crollo ed esplosione di una palazzina a Rescaldina (Studiosally)
mezzogiorno è arrivata con il figlio in via Brianza per recuperare vestiti e alcuni effetti personali -, lavoro in un’impresa di pulizie e adesso dopo quello che è successo sarà tutto più difficile».

La donna viveva insieme alla famiglia in un appartamento all’interno della seconda scala della palazzina, appartamento che a oggi è inagibile. Proprio le condizioni dell’abitazione sono tali da aver indotto le autorità a dichiarare di fatto inagibile tutta la zona. Naima Bumida e la sua famiglia ieri sono stati accompagnati dai vigili del fuoco all’interno dello stabile, dal quale sono usciti con una valigia e un carrello del supermercato con vestiti, biancheria ed effetti personali. «Sono giorni difficili - commenta la donna -. Da sabato sono in una taverna che mi è stata gentilmente messa a disposizione dal Comune. Si dorme male, si vive con mille dubbi e mille domande su quello che sarà e su cosa succederà in futuro». Tante le ipotesi su quanto è accaduto sabato mattina. Inquilini e cittadini che conoscono il quartiere però sembrano essere concordi: «Gesto volontario? Ci sembrerebbe strano, visto che la famiglia è molto unita. Il padre ha sempre vissuto per i suoi due bambini, non avrebbe mai fatto nulla del genere». Tutte le ipotesi però per ora rimangono aperte e tocca agli investigatori dare una risposta ai numerosi interrogativi che riguardano questa vicenda. 

Crollo ed esplosione di una palazzina a Rescaldina (Studiosally)
Crollo ed esplosione di una palazzina a Rescaldina (Studiosally)

Intanto fra gli inquilini della palazzina coinvolta nello scoppio non manca chi ogni giorno sente l’esigenza di rimanere davanti alla propria abitazione, quasi di guardia insieme alle forze dell’ordine. «Questa era una palazzina di persone molto unite - afferma un uomo -. Ci aiutavamo tutti, è difficile vivere in questa situazione ora. Ho portato io fuori da quell’inferno uno dei due bambini che si trovano ora ricoverati in ospedale. Era insanguinato, aveva i capelli che stavano bruciando. È stato un inferno, impossibile da dimenticare». 

La macchina della solidarietà si era messa in moto sin dai primi minuti dopo l'esplosione in paese, tanto che i dipendenti Eurospin hanno subito dato una mano a chi chiedeva loro bottigliette d'acqua per l'emergenza. "Ho pagato con quello che avevo al momento e poi sono tornato la sera per dare il resto dei soldi - ha raccontato un cittadino -. Il direttore del market mi ha restituito quanto avevo pagato la mattina per le bottigliette d'acqua dicendo che in una situazione del genere era il minimo che potessero fare. Questo significa essere comunità anche nei momenti difficili".