Rescaldina (Milano), 1 aprile 2018 - Bisogmna immaginare l’attimo di silenzio nel primo mattino di ieri, il boato dell’esplosione che ha trafitto la calma abituale di ogni sabato mattina al 34 di via Brianza e poi le prime richieste di aiuto di chi è rimasto sotto le macerie, per comprendere quanto i segni di questa esperienza rimarranno nella memoria dei testimoni, dei vicini di casa che in tempo reale sono accorsi sul posto, si sono resi conto dell’accaduto e hanno prestato i primi soccorsi ai feriti. Un intervento comunque rischioso se si considera che dopo l’esplosione l’intera mansarda dello stabile è rimasta sospesa, senza alcun sostegno, proprio sopra le macerie e i corpi delle persone coinvolte.
Proprio quel fragore improvviso è ormai fissato in modo indelebile nella memoria di tutti: «Un botto enorme, quasi fosse un terremoto, anche i muri per un attimo hanno tremato e i vetri sono esplosi mentre io mi sono protetta con le mani - spiega Graziella Monteleone che ancora tiene il suo gatto stretto tra le braccia: anche lei è una delle residenti dell’edificio di via Brianza, sul lato opposto rispetto al blocco distrutto:-. Ero in casa con mio marito e io sono rimasta lì impaurita, attendendo che arrivassero i soccorsi. Poi sono uscita e ho visto quanto successo, ma per poi tornare a recuperare il mio gatto: anche lui è parte della famiglia».
Luca Borsani, altro testimone diretto, è arrivato con i primi soccorritori: «Una scena allucinante. Quando mi sono reso conto della situazione ho dato subito una mano per estrarre i due bambini che ancora