Abbiategrasso, i residenti dell'Ertos si ribellano al degrado

Gli abitanti del quartiere denunciano la situazione critica causata dai tanti stabili abbandonati e dall’amianto sparso ovunque

Il quartiere Ertos di Abbiategrasso

Il quartiere Ertos di Abbiategrasso

Abbiategrasso (Milano), 10 novembre 2019 - «I residenti dell’Ertos non ce la fanno più». Ieri mattina si è svolta la simbolica protesta dei cittadini che abitano nel quartiere alla periferia di Abbiategrasso, ormai da un decennio alle prese con inquinamento e degrado. Nell’occasione sono anche state raccolte circa cento firme che verranno consegnate al presidente del Consiglio comunale per chiedere maggiore attenzione nei confronti del quartiere, dove vivono oggi circa 1.500 persone. E la questione arriverà in consiglio proprio settimana prossima, grazie a una mozione presentata dal Movimento 5 Stelle di Abbiategrasso, che ieri ha effettuato un sopralluogo insieme ai residenti. 

Nel mirino dei cittadini sono finiti due casi spinosi: la fonderia abbandonata in via Giovanni Pascoli e quella poco distante, tutt’oggi attiva. In particolare, il complesso abbandonato è diventato negli anni un’oasi di degrado a due passi dalle palazzine dove abitano circa trecento persone. Oggi l’incuria appare evidente anche dall’esterno: tra il tetto in eternit che si sbriciola rilasciando materiale inquinante nell’aria, le montagne di rifiuti sparsi qua e là e la piccola comunità – se così può essere definita – di extracomunitari che vive dentro il capannone ormai vuoto. Meno di una decina di persone che dormono, mangiano e fanno i loro bisogni nel degrado più totale, con tutti i rischi legati alla presenza di alcune bombole a gpl. Senza dimenticare la struttura fatiscente che rischia in ogni momento di crollare e la questione sanitaria. L’ultima segnalazione inviata da carabinieri e polizia locale alla prefettura di Milano risale al 2018 – lo ha confermato l’assessore alla Sicurezza Alberto Bernacchi – ma la situazione giudiziaria dell’area pare bloccare ogni possibile intervento. Stabile e terreno, infatti, si trovano nelle mani di un curatore nominato dopo il fallimento della proprietà, avvenuto circa vent’anni fa. In questo senso proprio Bernacchi ha spiegato ai cittadini che il Comune può procedere fino a un certo punto (sollecitando) e non oltre. 

Non è un caso infatti che, negli ultimi dieci anni, nessuna Amministrazione sia riuscita a intervenire in modo efficace per risolvere la situazione e ottenere la bonifica dell’area. Ma i problemi dell’Ertos non sono certo finiti qui. La questione ambientale è aggravata anche alla vicina fonderia in attività, che nel 2017 era finita in un rapporto di Arpa Lombardia inviato all’ufficio Ambiente del Comune, a causa dei fumi rilasciati. Ma anche in questo caso la questione non pare essere vicina a una svolta: i cittadini continuano a denunciare un odore insopportabile nell’aria, polveri che si accumulano sui balconi e l’impossibilità di tenere le finestre aperte in certe ore del giorno. «Alcune famiglie sono scappate dal quartiere – racconta, sconsolato, Fabrizio Tiozzo, uno dei residenti -. Questa non è una questione politica: ne va della salute dei cittadini, non siamo più disposti ad accettare una situazione nella quale i nostri anziani si ammalano e la gente preferisce andare altrove». Tiozzo guarda verso l’alto e indica i complessi: «Credo che qui i tetti in eternit siano ancora più numerosi di quelli in tegole…».