Droga nei boschi e in stazione, adesso Rescaldina alza la voce

Dopo il ritrovamento di un cadavere nei campi, il sindaco Michele Cattaneo vuole incontrare il prefetto

Il sottopasso della stazione di Rescaldina

Il sottopasso della stazione di Rescaldina

Rescaldina (Milano), 17 gennaio 2019 - «Dobbiamo insistere con la Prefettura di Milano perché ci aiuti a risolvere il problema della droga che circola in zona». Il sindaco di Rescaldina, Michele Cattaneo, interviene così all’indomani dell’omicidio del senegalese, trovato morto in un campo alla periferia del paese.

«È assolutamente impensabile installare la videosorveglianza nei boschi per monitorare ogni metro quadrato di un’area naturale. È invece indispensabile intervenire a mettere in sicurezza la stazione perché è intollerabile che i nostri cittadini possano rischiare di incontrare i tossici nel sottopasso ferroviario. Assistiamo da troppo tempo al pendolarismo dei tossici in stazione, anche se adesso questo fenomeno è in diminuzione. Di certo bisogna intervenire con le guardie giurate negli spazi, come i appunto i sottopassi in stazione, che non competono né ai carabinieri e neppure alla polizia municipale». Cattaneo rilancia poi la necessità di un’alleanza dei sindaci di Milanese e Vareostto che condividono il comprensorio del Rugareto: «Vogliamo presentare un progetto comune di rilancio per questa zona che deve uscire dalla percezione comune di essere un bosco frequentato solo da spacciatori e tossici. Facciamo rivivere il Rugareto. Chiediamo pertanto un intervento del prefetto e la messa in atto di un piano di riqualificazione».

Resta irrisolto in tutta la sua drammaticità il problema della rotta della droga, lungo la linea delle Ferrovie Nord, dal Piemonte all’Alto Milanese. La stessa rotta percorsa dal 54enne assassinato a ridosso del Rugareto martedì.