"Devo andare a casa": arrestato don Tempesta per abusi su sette bambini

È stato prelevato dagli agenti della Mobile mentre era a Bardonecchia. Ai minori in vacanza con lui non è stato rivelato nulla dell’indagine

Le prove a acarico di don Emanuele Tempesta sarebbero schiaccianti

Le prove a acarico di don Emanuele Tempesta sarebbero schiaccianti

Busto Garolfo (Milano) - È stato avvicinato da due uomini e una donna in borghese mentre passeggiava a Bardonecchia nella struttura dove è in vacanza con i ragazzini dell’oratorio. Don Emanuele Tempesta, dopo un rapido scambio di battute con quelli che poi sono risultati agenti della Squadra mobile di Milano, ha chiamato da parte un animatore limitandosi a dire: "Devo andare a casa". Poi ha lasciato in fretta la località montana che vede questa settimana la presenza dei bambini nati nel 2010 e nel 2009 dell’oratorio del Sacro Cuore di Busto Garolfo. Il sacerdote era lì da quasi due settimane e avrebbe dovuto tornare oggi pomeriggio in bus con una sessantina di ragazzini che lo avevano accompagnato in questa esperienza. Invece il prete è stato accompagnato a casa dagli agenti e adesso si trova adesso ai domiciliari. L’accusa è di quelle pesantissime: abuso sessuale su minori.

In particolare sarebbero sette i bambini tra gli 8 e i 12 anni vittime di violenza sessuale da parte del sacerdote. Emanuele Tempesta, classe 1992, è un volto conosciuto da anni a Busto Garolfo, paese dove aveva iniziato a fare prima il seminarista e poi, dopo essere diventato prete nell’estate del 2019, il vicario. In paese lo conoscono tutti come persona semplice, un giovane solare che ci aveva però messo parecchio tempo a terminare il seminario. Qualcuno in chiesa questa mattina lo difende: "Amava stare coi giovani e qualche genitore deve avere senza dubbio equivocato. Non abbiamo altre spiegazioni". 

Ma le prove a carico del sacerdote sarebbero schiaccianti. Ai ragazzi presenti a Bardonecchia, una sessantina, gli animatori, informati di quanto stava accadendo, hanno spiegato che il don si era dovuto assentare per problemi gravi in oratorio a causa di alcuni furti, tanto da dover tornare in Lombardia in fretta e furia. Poi la decisione di vietare l’uso del cellulare ai bambini per non fare trapelare notizie nel penultimo giorno di vacanza e mantenere quella serenità di un ambiente che sembrerebbe – almeno sui monti del Piemonte – intatta fra i partecipanti della settimana a Bardonecchia. Di fatto ai genitori preoccupati di quanto stava succedendo, gli animatori hanno spiegato di poter far filtro con i figli presenti utilizzando nel caso il loro cellulare, avendo l’accortezza di non avvertirli dell’indagine. 

Dopo un primo giro di telefonate con don Ambrogio Colombo, parroco del paese, si è deciso di far proseguire normalmente la vacanza senza alcuna informazione, per evitare turbamenti. I bambini sono così rimasti tranquilli e gli stessi animatori ai genitori hanno spiegato che il sacerdote per tutta la vacanza non sarebbe mai rimasto solo con alcun bambino, essendoci sempre e costantemente uno di loro in presenza.