Scandali e arresti, ma rispunta la discarica a Cerro Maggiore

Presentata una valutazione di impatto ambientale per rifiuti speciali non pericolosi

L’area della ex discarica

L’area della ex discarica

Cerro Maggiore (Milano), 10 gennaio 2019 - Presentata la Via (valutazione impatto ambientale) a città metropolitana e la discarica di Cerro torna a fare paura. La ex Simec, attuale Ecoceresc, ha presentato la «Valutazione di impatto ambientale» per riempire di rifiuti speciali non pericolosi e inorganici la discarica di Cerro Maggiore, passata per anni all’onore delle cronache giudiziarie e non. Niente più terre di scavo o rocce, ma l’ipotesi dell’azienda è quella di conferire all’interno dello spazio a cavallo fra i comuni di Cerro e Rescaldina tutti gli scarti di lavorazione industriale, terre di attività di recupero e vari fanghi. «Non esiste proprio – accusa il sindaco di Rescaldina, Michele Cattaneo –. La discarica di Cerro Maggiore non deve riaprire. Nell’accordo di programma era scritto che neanche un rifiuto sarebbe più entrato in quel buco che ha visto arresti e purtroppo anche morti. L’abbiamo sempre sostenuto anche quando l’ex sindaco Magistrali incontrava Paolo Berlusconi. Ci opporremo con tutte le nostre forze».

Gli fa eco il sindaco cerrese Nuccia Berra: «La nostra posizione è sempre la stessa: d’accordo al conferimento di terre e rocce da scavo, ma no assoluto a qualsiasi altro tipo di conferimento e soprattutto alla riapertura della discarica». Sulla carta quello prospettato dalla ex Simec è un progetto per lo smaltimento di 2 milioni 153mila metri cubi di rifiuti in 7 anni, in media 300mila metri cubi all’anno. Colmato il buco, dopo 7 anni la zona sarebbe recuperata a verde con una piccola collina. Infuriati i grillini, i primi mesi fa a sollevare il problema relativo ad una possibile riapertura della discarica cerrese: «Ve l’avevamo detto che c’era un forte interesse di Ecoceresc per tornare a sversare nella nostra discarica. Avevamo detto che questa volta si sarebbe trattato di rifiuti solidi speciali e che la sede preposta per decidere sarebbe stata Città Metropolitana e non Regione Lombardia. Per fermarli l’impegno andava preso in accordo con i sindaci di città Metropolitana, come fronte comune. Mentre tutti erano concentrati nel darci dei complottisti, Ecoceresc è arrivata a richiedere la procedura di Via.