Negozi storici, la Regione premia De Giovannini di Legnano

Il negozio di piazza Don Sturzo vende giocattoli a tutta la città da 117 anni

Pier Secondo Cozzi con la moglie

Pier Secondo Cozzi con la moglie

Legnano (Milano), 16 novembre 2018 - In alto fa ancora bella mostra un manifesto un poco sgualcito datato 2001: è quello del centenario, stampato in occasione del primo secolo di vita del negozio. Un poster con cui si invitavano i fedelissimi del negozio a varcare la porta per celebrare insieme l’avvenimento. Pochi giorni fa, ora che gli anni di vita sono diventati 117, è stata la Regione Lombardia ad accorgersi di questa lunga, straordinaria storia e a premiare idealmente le tre generazioni che ogni giorno hanno alzato la saracinesca del negozio De Giovannini di piazza don Sturzo - per decenni noto come «ul cavagnin», vocabolo dialettale che identifica l’artigiano delle ceste - e che ora è stato insignito del titolo di «negozio storico». 

A condurre il gioco, passato di mano dalla madre, è il 72enne Pier Secondo Cozzi, nipote di quel Secondo De Giovannini che quasi per sbaglio nel 1901 fece tappa a Legnano e iniziò a realizzare ceste, dando così inizio all’avventura. Solo strada facendo sugli scaffali sarebbero poi arrivati anche i giochi e gli articoli per la casa. 

Pier Secondo Cozzi del negozio De Giovannini
Pier Secondo Cozzi del negozio De Giovannini

«È però ancora questo a fare da filo conduttore tra passato e presente del nostro negozio - racconta oggi Pier Secondo mostrando manufatti intrecciati e sedie impagliate -. Le ceste non sono mai scomparse dalla vetrina e per me realizzare questi oggetti è a metà tra il passatempo e il lavoro. Cavagnini eravamo, cavagnini siamo ancora oggi». Guardandosi attorno, De Giovannini a tutti gli effetti appare come un negozio di altri tempi, costruito su un apparente disordine stratificato, dove sono ancora i giochi tradizionali a dominare la scena.

«I giochi più venduti sono sempre gli stessi - sottolinea Pier Secondo -. Le tombole, il Monopoli non passano mai di moda. È vero che per continuare a lavorare abbiamo dovuto, come tutti, guardarci attorno e allargare la gamma dei prodotti in vendita. La nostra clientela storica ci ha però sempre premiato e il nostro atteggiamento non è mai cambiato». Pier Secondo si riferisce alla volontà di fare da punto di riferimento per un quartiere: «Adesso non c’è spazio per nulla, ma cinquant’anni fa qui non c’era niente. Allora come oggi il compito di un esercizio commerciale va oltre la vendita dei prodotti: è essere un presidio per il territorio, è un riferimento per i suoi abitanti».

Forse per questo Pier Secondo lascia fuori dal negozio delle piccole sedie, che vengono spesso occupate dai bambini di passaggio. Il riconoscimento della Regione? «È una bella cosa: è un premio per chi ha portato avanti la tradizione e per me che ho lavorato qui per 50 anni – afferma –. Se c’è una quarta generazione pronta? No, non ho figli, ma io ho tutta l’intenzione di resistere...».