Abbiategrasso, Dario Samb: cuore nigeriano e il sogno della musica

Il giovane ringrazia l’Italia per averlo salvato da una malattia che non gli avrebbe lasciato scampo: "A questo Paese devo tutto"

Dario Samb

Dario Samb

Abbiategrasso (Milano), 11 luglio 2020 - Chi è Dario Samb? Dario è un gigante racchiuso un piccolo corpo. Vittima di una malattia che ne ha compromesso la crescita. È un gigante perché se è vero che la grandezza di un uomo si misura dagli ostacoli che supera, lui di ostacoli ne ha dovuti scavalcare molti. La sofferenza che ha dovuto vincere, tra perdite, operazioni e difficoltà, gli ha regalato un sorriso sempre pronto ad esplodere. Ringrazia di essere italiano e aver vissuto nell’Abbiatense, perché se fosse nato in Africa come i genitori, per lui sarebbe stata quasi impossibile sopravvivere. La sua terra di origine la riconosce nella caparbietà della madre, una donna che non si è mai arresa e Dario ne ha ereditato il coraggio e la voglia di lottare e vivere.

Oggi ha 26 anni e da quando è nato, insieme al fratello gemello, deve fare i conti con la sindrome di Morquio di tipo 4. Una malattia genetica dovuta alla mancanza di un enzima che non permette la crescita delle ossa. "Questo mi comporta diversi problemi, mi affatico facilmente. La sindrome non si può sconfiggere ma con gli anni e le cure il mio stato è migliorato". Quello che impressiona di Dario è la voglia di vivere ogni attimo, ogni giorno, avendo accanto le persone che lo amano e contornandosi delle sue passioni, sport e soprattutto musica, sogna di scriver canzoni. "Penso giorno per giorno – racconta –. Il mio domani è adesso, l’obiettivo è fare quello che amo ogni giorno, senza pensare a cosa farò tra un anno. Nessuno conosce il futuro e quindi decido di vivere il presente, senza fretta". Dietro le belle parole, alcune frasi fatte, emerge la voglia, la necessità di Dario di trasmettere qualcosa, di raccontare, di condividere. In quel piccolo corpo porta un’anima grandissima, anzi due anime.

Da alcuni anni il fratello gemello è venuto a mancare a causa di un’operazione non riuscita. "Luigi mi manca molto, eravamo molto legati. Abbiamo affrontato molto insieme, ed averlo perso per un’operazione banale è stato un duro colpo, soprattutto dopo aver superato operazioni molto più complesse, come quella di Londra". Luigi e Dario nel 1997 si sono sottoposti a una fissazione occipitale. "Operazione molto costosa resa possibile solo dalla determinazione di mia mamma ed il buon cuore di un benefattore anonimo che ringrazieremo per sempre". Quando però si chiede a Dario chi sia il suo eroe, la risposta è immediata: "Mia mamma".