Custode sociale, un successo Piace il servizio di aiuto nei rioni

I dati di sei mesi di sperimentazione: 206 interventi per 76 persone, per la maggioranza anziani e donne

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di Paolo Girotti

Duecentosei interventi per settantasei persone, per la maggioranza anziani e di sesso femminile: sono questi i primi riscontri accumulati nel corso dei primi sei mesi di sperimentazione del servizio di "custode sociale", partito nel quartiere Canazza alla fine dello scorso anno e conclusosi a fine giugno. Un’esperienza che l’amministrazione comunale ha deciso di prorogare alla fine dell’anno in corso, giudicando positivi i risultati raggiunti. I custodi sociali, servizio svolto anche nella città di Milano, nella sostanza persone utilizzate come elemento di raccordo tra l’amministrazione, o i servizi pubblici in generale, e i residenti nei quartieri cittadini di edilizia popolare.

I custodi sociali (quattro persone impegnate part time, quindi equivalenti a due tempi pieni, coordinate dalla responsabile della cooperativa sociale Età Insieme, Federica Altichieri) hanno raccolto richieste di un’utenza composta al 61% da donne e per poco meno della metà (49%) con età superiore ai 65 anni, mentre il 45% rientra nella fascia 30 – 65 anni e il resto è sotto i 30 anni. Le richieste provenienti dai condomini di viale Cadorna e via Girardi sono le più numerose, seguite da quelle dei condomini di via 5 Giornate e Colombes. Il motivo più ricorrente degli interventi è stato il supporto emotivo (43), seguito dalle richieste che hanno a che fare con i servizi sociali, la conoscenza dei servizi alla persona in generale e con il sostegno alla disabilità e agli anziani (42), dagli incontri per il mantenimento della relazione (32), quindi dal supporto per la richiesta e l’uso delle credenziali SPID (23). Ma i custodi sociali si sono occupati anche di fare da tramite delle richieste dei condomini ad Aler, fungendo da pungolo verso l’azienda e riuscendo, in alcuni casi, ad accelerare i tempi per risolvere i problemi (ad esempio la riattivazione di un ascensore messo fuori uso da un incendio che era indispensabile a un disabile residente al quarto piano per frequentare il Centro diurno). Sono emersi anche alcuni casi di abusivismo nelle cantine dei condomini, risultato di situazioni di marginalità cui la collaborazione fra Comune ed Euro.PA ha trovato una soluzione "Quanto emerso in questi primi mesi conferma una situazione nelle case di edilizia pubblica che vede persone anziane in uno stato di fragilità accentuato dalla solitudine" – ha detto a proposito Mario Brambilla, consigliere incaricato per le Politiche abitative.