Così la città rinasce dalle aree dismesse

Dal vecchio cotonificio Cantoni al distributore abbandonato: individuati 10 ambiti per la rigenerazione urbana

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di Paolo Girotti

Dieci ambiti da privilegiare per provare a ridare significato e un futuro ad alcune zone della città, rigenerando l’esistente per non consumare ulteriore territorio: illustrati gli ambiti per la rigenerazione urbana di spazi pubblici e di edifici dismessi segnalati da privati dopo un avviso pubblico chiuso a gennaio. "Adesso abbiamo una norma che ci mette a disposizione strumenti adeguati per ridare una funzione a porzioni significative della nostra città – spiega l’assessore alla Città futura, Lorena Fedeli –. L’individuazione degli ambiti permetterà al Comune di accedere più agevolmente a finanziamenti per intervenire sul suo patrimonio". Per gli interventi di ristrutturazione edilizia la norma prevede l’abbattimento del 60% degli oneri di urbanizzazione mentre per favorire gli interventi di rigenerazione e incentivare una più elevata qualità edilizia e ambientale nel recupero del patrimonio edilizio per il quale si applicano incentivi specifici in incremento all’indice di edificabilità, l’amministrazione Comunale ha previsto un incremento fino al 20% dell’indice di edificabilità massima previsto dal Pgt.

I due edifici dismessi segnalati dai privati in questo processo di rigenerazione del contesto urbano sono l’ex Cantoni in via Jucker e l’ex distributore di carburante in via per San Giorgio. In particolare la ex Cantoni occupa un’area di dimensioni considerevoli: lo stabilimento del cotonificio Cantoni era stato realizzato nel contesto del trasferimento delle aree produttive dai siti originari, collocati nei pressi del fiume Olona, e il fabbricato in questione, progettato e realizzato tra il 1958 e il 1960, porta la firma degli architetti Gustavo e Vito Latis, gli stessi che a pochi passi di distanza si occuparono anche della progettazione della sede della Velca, storica azienda legnanese di produzione mobili per ufficio.

Proprio l’abbondanza di spazio - 50mila metri quadrati di cui inizialmente coperti 15mila - aveva consentito una razionalizzazione dell’organizzazione. Il cotonificio Cantoni era stato poi acquisito dal Gruppo Inghirami - attuale proprietario - a metà degli anni Ottanta: l’immobile è ormai da tempo abbangonato al degrado.