Abbiategrasso, il racconto: "Stavo male, sono guarita. Il virus mi ha cambiata"

La riflessione di Rossella Marangoni, studiosa di lingua e letteratura giapponesi fra nuovi modi di comunicare e capacità differenti rispetto al passato

Rossella Marangoni, 62 anni, è una studiosa e saggista del mondo giapponese

Rossella Marangoni, 62 anni, è una studiosa e saggista del mondo giapponese

Abbiategrasso (Milano), 31 maggio 2020 -  «Ho registrato sintomi anomali dal 18 marzo. Non avevo febbre e nemmeno problemi respiratori, ma solo tosse, fitte alla testa, una forte spossatezza, perdita totale di gusto e olfatto. Ho pensato di poter risolvere da sola, aspettando in casa e chiamando il medico di base dopo alcuni giorni. Passate due settimane ho ripreso le forze, il gusto e l’olfatto hanno impiegato di più a tornare". Rossella Marangoni, 62 anni, di professione saggista e studiosa di lingua, letteratura e cultura giapponesi potrebbe aver contratto il covid-19.

Rossella, come ha vissuto questo periodo? "Appena è stato deciso il lockdown ho smesso di uscire per seguire le regole. Si tratta di un’emergenza legata alla salute pubblica e questa dovrebbe essere la preoccupazione di tutti. Facciamo parte di una comunità, siamo esserci sociali. Io questo lo tengo sempre presente".

Come l’ha cambiata questa pandemia? "Ho sempre pensato che il mio lavoro fosse entusiasmante per il contatto con il pubblico e gli incontri che mi permette di vivere. Questa relazione di incontro e scambio mi è ora preclusa dall’impossibilità di tenere corsi e conferenze dal vivo, modo in cui so di dare il meglio. Si tratta di rimettersi in gioco utilizzando strumenti diversi. Per me non significa solo mettersi davanti a una videocamera, ma imparare un nuovo linguaggio di comunicazione. Questo è ciò che mi riprometto. Studiare un nuovo modo di comunicare la cultura giapponese che mi permetta di proseguire il dialogo fitto e appagante da sempre avuto con i miei allievi e il pubblico".

Cosa le ha insegnato questa esperienza? "Molte cose. Una situazione così drammatica può suscitare le risposte più varie negli individui. A livello personale, non ho ancora fatto una seria riflessione su cosa mi ha lasciato questa esperienza, credo sia troppo presto. Ho imparato che la vita quotidiana può essere sovvertita in un attimo, le certezze scardinate. Occorre essere duttili per non restare spiazzati".

Se le dicessero di tornare in quarantena? "Intesa come restare ancora in clausura a causa di un ritorno della crescita dei contagi, non avrei problemi perché buona parte della mia attività, la scrittura di saggi, la preparazione di corsi e conferenze la svolgo sempre in casa. Mi mancherebbeto il contatto con i miei cari e con le persone e la possibilità di viaggiare. Nel 2019 sono stata due volte in Giappone, in primavera e in autunno. Adesso che è impossibile tornarci in tempi brevi, mi resta una grande nostalgia. Non vedo l’ora di ripartire".