Legnano, l'appello del titolare del Maridol: "Aiuti subito o chiuderemo per sempre"

Joel Guevara dello storico locale di Corso Magenta: "Se nulla cambierà non potremo certo riaprire il locale"

Joel Guevara

Joel Guevara

Legnano (Milano), 7 maggio 2020 - «Impossibile andare avanti così. Se lo Stato non ci aiuta consegnerò i libri in tribunale". Joel Guevara 17 anni fa aveva dato vita a uno dei locali più famosi di Legnano, il Maridol. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Dal boom dei primi anni 2000 quando il locale era stracolmo di gente, ad anni più tranquilli come quelli recenti, ma sempre ricchi di soddisfazioni per uno dei ritrovi più conosciuti di tutto l’Alto milanese. Adesso però l’incognita per il futuro prossimo diventa seria e l’appello di Joel si fa drammatico: "Abbiamo chiuso a inizio marzo e da allora la mia attività rimane off limits per tutti. Abbiamo 8 persone in cassa integrazione a cui non è arrivato ancora niente: se non arrivano aiuti dovremo chiudere per sempre, non possiamo attendere oltre".

Le spese sono tante, a iniziare dall’affitto del locale che pesa sulle tasche di Joel per 4.000 euro al mese ed è già arrivato il sollecito della proprietà. Poi le fatture, le utenze, le tasse e soprattutto i mancati introiti di questi due mesi di serrata che potrebbero diventare tre nel caso in cui si aprisse a giugno. "Adesso lavoriamo sul delivery ma ci paghiamo le spese e sopratutto non possiamo far tornare al lavoro i ragazzi. Il rischio concreto è quello di chiudere per sempre se le cose non cambieranno". Un grido di allarme che arriva forte in un momento di debolezza per la città: "Legnano è commissariata e non c’è un sindaco, il rischio concreto è di una serrata spaventosa per quanto riguarda la città che potrebbe rialzarsi dalla fase tre con le ossa rotte". Anche organizzare la riapertura non è cosa facile: "Io credo che molti legnanesi non staranno in città. Chi potrà partirà nelle seconde case, al mare o in montagna visto il clima di assoluta incertezza. Chi rimane in città non ha voglia di andare per locali, almeno al momento. Per quanto riguarda noi, avremo la metà dei posti a disposizione oggi con una parte di giardino, che se anche all’aperto deve comunque avere la distanza di legge. Pochi posti a sedere che scoraggiano una ripartenza come si deve e che al momento ha tante incognite e poche certezze". Sui protocolli per la terza fase, nessun chiarimento: "Sanificare? Non ci hanno detto nulla. Barriere col plexiglass? Ci continuano a telefonare centinaia di aziende, ma non ne sappiamo nulla. Siamo in una lunga fase di attesa snervante, aspettando di sapere di che morte dovremo morire".