Coronavirus, "Noi in prima linea contro il contagio senza che nessuno ci dia una mano"

Legnano, il grido di allarme del direttore della Rsa Sant’Erasmo dove si sono registrati sei decessi

Il direttore della Rsa Sant’Erasmo di Legnano, Livio Frigoli

Il direttore della Rsa Sant’Erasmo di Legnano, Livio Frigoli

Legnano (Milano), 23 marzo 2020 -" Regione Lombardia sembra abbia ora compreso che occorre controllare quotidianamente i “soldati“ che stanno combattendo questa battaglia, verificando la positività di medici, infermieri, Oss, Asa. Ma ancora una volta parla solo degli ospedalieri: quando capiranno che le rsa fanno parte a pieno titolo delle strutture da controllare?". Il direttore della rsa Sant’Erasmo di Legnano, un’istituzione storica del territorio che oggi accoglie 130 anziani a pochi chilometri dal capoluogo, riassume così una situazione d’emergenza comune a tutte le residenze e indica nella mancanza di verifiche a tappeto su personale e ospiti una delle gravi mancanze che stanno rendendo ancora più duro e rischioso il lavoro quotidiano.

Qui nella notte tra sabato e domenica è morto un paziente 82enne: dopo essere stato portato in ospedale al manifestarsi delle prime complicazioni, era risultato positivo al tampone per il coronavirus e poi, il 10 marzo, era stato letteralmente rispedito al mittente. Isolato nella sua stanza della rsa, l’anziano ospite ha resistito per 12 giorni: il referto compilato ieri parla di un decesso determinato da insufficienza respiratoria acuta e polmonite virale Covid-19.

"Qui gli operatori in servizio stanno facendo turni massacranti: abbiamo fatto tutto il possibile per salvarlo dopo aver provveduto a isolarlo dagli altri ospiti della struttura per contenere l’eventuale diffondersi del contagio – continua il direttore Livio Frigoli, -. Ma purtroppo non è un caso isolato: nella notte è deceduta anche un’altra anziana ospite che da giorni aveva manifestato sbalzi notevoli alla temperatura corporea, il primo segnale di un potenziale contagio. Era positiva? E, nel caso, da quanto lo era? A queste domande non possiamo e non potremo dare una risposta certa perché nessun tampone è stato mai fatto. Nella nostra struttura salgono però a sei i morti che definirei “a rischio coronavirus“. Ma sulle statistiche solo uno di loro sarà incluso fra i contagiati". La direzione della rsa aveva chiesto a gran voce, fin dall’emersione dei primi casi, il tampone a tappeto per operatori e ospiti: l’Ats lo ha sempre negato.