Corbetta, ghisa corrotti: Vismara unica parte civile

Al processo contro l’ex agente Furci il solo soggetto leso riconosciuto è la comandante della polizia locale, escluso il Comune

La comandante della Polizia locale di Corbetta Lia Vismara

La comandante della Polizia locale di Corbetta Lia Vismara

Corbetta (Milano), 3 ottobre 2021 - Nel processo a carico di Salvatore Furci, l’ex capo della Polizia locale di Trezzano sul Naviglio arrestato con l’accusa di aver piazzato (o fatto piazzare) della droga nell’auto della comandante della Polizia locale di Corbetta Lia Vismara, le due Amministrazioni comunali non sono state ammesse (come invece avevano richiesto) quali parti civili. L’unica parte offesa riconosciuta dal tribunale di Milano è solamente Vismara. Quindi i Comuni di Trezzano e Corbetta non potranno rivalersi nei suoi confronti, né ottenere alcun tipo di risarcimento. Furci è accusato di calunnia aggravata e detenzione di sostanze stupefacenti. I fatti imputati a Furci, commessi ai primissimi giorni del 2020, ebbero una vasta risonanza mediatica. Vismara, all’uscita da una palestra, venne fermata dai carabinieri della stazione di Bollate che andarono subito a guardare dietro il sedile della conducente sull’auto della donna trovando la droga. La comandante ha sempre negato fosse sua. Solo dopo parecchi mesi, nell’aprile di quest’anno, è stato scoperto il piano che sarebbe stato architettato da Furci con la complicità di un amico che avrebbe lui stesso messo la droga nell’auto della Vismara e allertato i carabinieri, indicando il luogo in cui si trovava la vettura. Il primo teste sentito dal giudici, indicato dall’accusa (il pm Gianluca Prisco), è stato un ispettore della Squadra Mobile di Milano che si è occupato delle indagini che hanno permesso di smascherare tutto il piano architettato dal Furci per screditare l’immagine della comandante Vismara, rea di averlo "bocciato" dopo un periodo di prova nell’ambito del corpo della polizia locale corbettese. Il teste ha risposto alle domande degli avvocati Paola Bonelli e Gabriele Minniti che difendono il Furci. Lo stesso testimone sarà ancora in aula il prossimo 22 ottobre per il controinterrogatorio. Furci non è più a San Vittore. Dopo oltre cinque mesi, dai primi di settembre l’agente è agli arresti domiciliari. Il Furci ha comunque un conto in sospeso col Comune di Corbetta. In primo grado ha vinto la causa contro il licenziamento, ritenuto illegittimo dal giudice, il quale ha condannato il Comune a riconoscere all’ex dipendente un risarcimento di poco superiore ai diecimila euro. Ma il Comune ha già presentato l’appello.