Legnano, il consiglio comunale approva il bilancio: fuori scoppia la protesta

La maggioranza “ricomposta” dal difensore civico regionale approva la manovra. I dimissionari contestano

La protesta fuori dal consiglio comunale

La protesta fuori dal consiglio comunale

Legnano, 19 aprile 2019 - Il silenzio dovrebbe risultare più rumoroso di qualsiasi altra cosa dopo settimane di discussioni dai toni particolarmente accesi e su questo contavano i consiglieri dimissionari che, anche ieri sera, si sono trovati di fronte a Palazzo Malinverni per manifestare il loro dissenso nei confronti della maggioranza “riacquistata” dal governo di Gianbattista Fratus. La folla in piazza, questa volta, era quantificabile in circa 150, 200 persone e malgrado la protesta giocata su toni molto più soft si possa dire riuscita, è certamente vero che le novità giunte dal Tar nel corso della giornata ne hanno probabilmente mitigato la forza. Il tutto in attesa di ulteriori sviluppi che potrebbero cambiare di nuovo gli equilibri. Il consiglio di ieri sera arrivava infatti nella stessa giornata in cui il Tribunale amministrativo regionale ha risposto al ricorso presentato contro il difensore civico regionale e il comune stesso per la procedura che ha condotto alla surroga di Mattia Rolfi.

Il ricorso, sottoscritto da dieci consiglieri dimissionari e dal Comitato Legnano per la legalità, chiedeva l’adozione di misure cautelari monocratiche e la sospensione cautelare. nella sostanza venia richiesto un “blocco dei lavori” in attesa della discussione di merito. Il presidente del tribunale amministrativo oltre a rigettare la richiesta di sospensvia, nel testo del decreto ha aggiunto anche altri elementi alla sua decisione. La prima considerazione fatta dal presidente del Tar, Domenico Giordano, è che “sembra dubbia la legittimazione dei ricorrenti e del Comitato dagli stessi costituto, in quanto gli atti impugnati non appaiono incidere sul munus di consiglieri comunali dimissionari e non potendosi considerare sufficiente indice di legittimazione il mero interesse al ripristino della legalità (asseritamente) violata”.

Dopo di che, lo stesso decreto sottolinea che “il ricorso sembra, allo stato, anche infondato, in quanto l’articolo 136 del Tuel prevede espressamente il potere sostitutivo esercitato nel caso di specie dal commissario ad acta nominato dal difensore civico regionale, il quale ha compiuto un atto obbligatorio per legge, ovvero la surroga del consigliere dimissionario disciplinata dall’articolo...”. Proprio per questi motivi Giordano indica infine che “non sussistono i presupposti dell’estrema gravità e urgenza per la concessione dell’invocata cautela monocratica”, dando infine il via libera al consiglio. Insomma, almeno per quanto riguarda questo round, il colpo di scena che i consiglieri dimissionari avrebbe voluto non ha avuto luogo. Ciò detto la richiesta di sospensiva verrà presa in esame dal Tar in occasione di una seduta già fissata per il prossimo 8 maggio.

Il consiglio di ieri si è dunque svolto in un clima surreale, con la sola maggioranza seduta in aula e l’approvazione del bilancio (il limite ultimo era il 23 aprile) avvenuta senza discussione e , come ovvio, con i soli voti della maggioranza. Uno spettacolo certo non edificante.