Incendiò casa per l'eredità: a Cerro Maggiore la svolta era attesa

Dopo quattro anni per Giuseppe Agrati l’accusa è di duplice omicidio volontario

A quattro anni e mezzo dal rogo in cui morirono due donne  la svolta nell’indagine

A quattro anni e mezzo dal rogo in cui morirono due donne la svolta nell’indagine

Cerro Maggior (Milano), 11 novembre 2019 - Una svolta tanto clamorosa, quanto forse attesa da tempo, dalla notte di quel tragico 13 aprile del 2015 quando in un rogo morirono le sorelle Agrati. Le indagini adesso incastrano l’unico indiziato, il fratello delle due, Giuseppe, ben conosciuto in paese. In queste ore per il 74enne il tribunale di Milano ha emesso l’ordine di carcerazione con l’accusa di duplice omicidio, aggravato dalla premeditazione, e incendio. In paese si mormorava da tempo che l’uomo, unico sopravvissuto al rogo, considerato persona assai mite e per nulla pericoloso, avrebbe agito con un unico obiettivo, quello dell’eredità tra fratelli. Eppure subito dopo la morte di Carla, 70 anni, ex insegnante del liceo Galilei di Legnano e molto conosciuta in paese e di Maria, 67 anni di Milano, il tribunale di Busto Arsizio nell’estate 2018 aveva avanzato la richiesta di archiviazione per l’uomo, all’epoca indagato per omicidio colposo, non avendo trovato prove della sua colpevolezza.

«L’ipotesi di una natura intenzionale del rogo non ha superato la soglia della verosimiglianza, né sono stati mossi rilievi, da parte dei tecnici intervenuti, che possano fare supporre una origine colposa dell’incendio; non vi sono comunque specifici elementi individualizzanti a carico di Giuseppe Agrati circa la causazione dell’incendio» aveva scritto l’ex pm Nicola Rossato. La svolta è arrivata quando un parente delle due vittime aveva fatto opposizione all’archiviazione ed il caso era stato avocato dalla Procura generale di Milano. I nuovi giudici avevano rifatto le indagini daccapo con nuovi sopralluoghi, accertamenti e perquisizioni, indagando Giuseppe Agrati per omicidio volontario e incendio. Le nuove attività investigative che nei mesi scorsi sono state condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Milano, hanno chiarito la dinamica sui roghi interni avvenuti nell’abitazione.

Secondo gli inquirenti l’incendio era stato appiccato in più punti dell’abitazione: nel corridoio del primo piano davanti alla camera dove le due donne stavano dormendo e davanti ai due ingressi al piano terra. Giuseppe Agrati aveva sempre spiegato come l’incendio si fosse propagato al piano inferiore per poi raggiungere il primo piano. La stranezza riguarda in primis la sua fuga dall’incendio. In secondo luogo il fatto che Giuseppe non chiamò i soccorsi e non informò gli stessi, giunti sul posto chiamati dai vicini, che ci fossero le due donne al primo piano dell’abitazione. Adesso l’uomo è in carcere, difeso dall’avvocato Desiree Pagani.