Vittuone, presidio degli operai della Bardelli: "Ci hanno preso tutto"

Trenta persone a un passo dal licenziamento: "Abbiamo fatto ogni sacrificio e ora ci lasciano a casa"

Sciopero dei lavoratori della Ceramica Bardelli

Sciopero dei lavoratori della Ceramica Bardelli

Vittuone, 1 giugno 2019 - Una quarantina di lavoratori, uomini e donne che hanno legato la loro vita storia di lavoro a questa storica azienda del paese, hanno scioperato ieri mattina stazionando davanti all’ingresso della Ceramiche Bardelli. Gli impiegati – che al momento non rischiano il posto di lavoro – invece sono entrati regolarmente in azienda. Sono tutti lavoratori con una professionalità che non potrà essere ricollocata sul territorio in quanto la Bardelli è l’unica azienda del settore della ceramica in Lombardia.

Nel corso della mattinata è arrivato anche il sindaco Stefano Zancanaro che ha chiesto di incontrare la proprietà. Poi, all’uscita, si è fermato a colloquio con i lavoratori. «Purtroppo – ha detto il primo cittadino – ci scontriamo con un dato di fatto oggettivo: l’edilizia è in crisi e per non soccombere le aziende si devono ristrutturare. Questa azienda, stando a quando ci ha riferito il dirigente, da 60milioni di fatturato è scesa a 28 milioni e pertanto da qualche parte deve operare dei tagli».

«Oltre alla crisi del settore, che ben conosco, lavorandoci, le aziende sono oberate da un costo del lavoro troppo elevato. Per risolvere questi problemi lo Stato deve intervenire in maniera radicale». I lavoratori hanno sottolineato al sindaco che in questa azienda le difficoltà economiche non sono maturate tutte adesso. «Sono da dieci anni che viviamo tra cassa integrazione, contratti di solidarietà, taglio dell’orario di lavoro. Sono anni che la tredicesima non la prendiamo in una volta sola ma solo a rate, nel corso dell’anno, tanto che non ce ne accorgiamo neanche, visto che già il nostro stipendio è ridotto» hanno detto in parecchi. «La scelta di chiudere questo sito è nota da tempo. Noi vogliamo solo avere delle garanzie affinchè chi sarà costretto a restare senza lavoro non resti abbandonato a se stesso, quarantanove o trenta che siano, contando quei 14 che potranno lavorare nel sito di Biella» ha sottolineato Davide Ferrario della Filctem Cgil.

«Cosa succederà ai trenta che saranno senza lavoro? Questa è la risposta che vogliamo dall’azienda. Anche perché sappiano che da qui ad ottobre l’azienda il lavoro ce l’ha, e nonostante questo lascia per satrada trenta lavoratori senza «Noi chiediamo innanzitutto chiarezza – aggiunge –. Chi rimane, con quale orario di lavoro e quali funzioni? Chi va via, con quali tutele e modalità? Vogliamo un accordo scritto non pacche sulle spalle».