Hands holding smartphone donna cellulare generica

Uno smartphone

Vittuone (Milano), 28 novembre 2022  - A chi sarà appartenuta quella mano che, stringendo un cellulare acceso in modalità videoregistrazione, si infila furtiva sotto la porta di una toilette riservata alle donne mentre due signore sono intente a espletare dei bisogni fisiologici? Questa domanda è destinata a non ricevere una risposta, quanto meno giudiziaria, dopo la sentenza di assoluzione con la quale il tribunale di Milano ha liberato dall’onta dell’essere un “guardone” un ragazzo di 22 anni di Vittuone. Il verdetto arriva a quasi tre anni di distanza da quel 28 gennaio 2020, giorno in cui il giovane viene sorpreso mentre si allontana precipitosamente prima dal bagno e poi – qui immortalato dalle telecamere di sorveglianza – dal corridoio dove sono collocati i servizi igienici del centro commerciale “Il Destriero”.  Proprio una frazione di tempo prima rispetto a quando due donne – una cinquantenne e una 35enne – si mettono a urlare e a richiamare l’attenzione degli addetti alla sicurezza, dopo avere notato quella mano col cellulare spuntare all’improvviso dalla toilette attigua. Due intrusioni avvenute a mezz’ora di distanza l’una dall’altra. Stesso locale. Medesima modalità. Solo con una, rilevante, differenza. Nel primo caso, la donna riesce a uscire in tempo e a sorprenderlo quando è ancora dentro il locale che ospita wc e lavandini. Riesce a fotografarlo, tanto che lui le strappa di mano il cellulare salvo restituirglielo un secondo dopo per poi darsi alla fuga e scappare dall’uscita di sicurezza del centro. La seconda vittima non ha la stessa prontezza di riflessi. Ci sono comunque le telecamere nel corridoio a riprenderlo nell’uno come nell’altro episodio. Ce n’è insomma a sufficienza per procedere con una denuncia. I carabinieri gli sequestrano il cellulare e il computer (in casa tra l’altro gli trovano 8 etti di marijuana e tre grammi di hascisc). Ma non si riesce ad accedere al telefonino per acquisire eventuali filmati e immagini compromettenti. Il ragazzo afferma infatti di non ricordare più il pin per sbloccarlo...  Durante il processo, le due donne (una risiede a Robecco, l’altra a Magenta) non sono in grado di associare con certezza “la mano“ che le filmava a quella persona, pur se in un caso sia stata sorpresa dentro il bagno. E nonostante l’accusa chieda la condanna del ventenne a un anno di detenzione, sostenendo che l’atteggiamento messo in atto dal ragazzo è inequivocabile, dall’agitazione alla corsa per scappare, alla fine vuoi perché manca la prova regina (video e foto), vuoi perché l’imputato risarcisce con alcune centinaia di euro le vittime, vuoi ancora perché non c’è stato un reato più grave, quello nello specifico della molestia fisica, alla fine si decide per l’assoluzione. «In quel bagno può esserci entrato per errore – sostiene il suo avvocato Roberto Grittini – dopo averlo scambiato col bagno degli uomini». Una tesi che convince la corte.

Cronaca

Vittuone (Milano), 28 novembre 2022&nbsp; - A chi sarà appartenuta quella mano che, stringendo un cellulare acceso in modalità videoregistrazione, si infila furtiva sotto la porta di una toilette riservata alle donne mentre due signore sono intente a espletare dei bisogni fisiologici? Questa domanda è destinata a non ricevere una risposta, quanto meno giudiziaria, dopo la sentenza di assoluzione con la quale il tribunale di Milano ha liberato dall’onta dell’essere un “guardone” un ragazzo di 22 anni di Vittuone. Il verdetto arriva a quasi tre anni di distanza da quel 28 gennaio 2020, giorno in cui il giovane viene sorpreso mentre si allontana precipitosamente prima dal bagno e poi – qui immortalato dalle telecamere di sorveglianza – dal corridoio dove sono collocati i servizi igienici del centro commerciale “Il Destriero”.&nbsp; 
Proprio una frazione di tempo prima rispetto a quando due donne – una cinquantenne e una 35enne – si mettono a urlare e a richiamare l’attenzione degli addetti alla sicurezza, dopo avere notato quella mano col cellulare spuntare all’improvviso dalla toilette attigua. Due intrusioni avvenute a mezz’ora di distanza l’una dall’altra. Stesso locale. Medesima modalità. Solo con una, rilevante, differenza. Nel primo caso, la donna riesce a uscire in tempo e a sorprenderlo quando è ancora dentro il locale che ospita wc e lavandini. Riesce a fotografarlo, tanto che lui le strappa di mano il cellulare salvo restituirglielo un secondo dopo per poi darsi alla fuga e scappare dall’uscita di sicurezza del centro. La seconda vittima non ha la stessa prontezza di riflessi. Ci sono comunque le telecamere nel corridoio a riprenderlo nell’uno come nell’altro episodio. Ce n’è insomma a sufficienza per procedere con una denuncia. I carabinieri gli sequestrano il cellulare e il computer (in casa tra l’altro gli trovano 8 etti di marijuana e tre grammi di hascisc). Ma non si riesce ad accedere al telefonino per acquisire eventuali filmati e immagini compromettenti. Il ragazzo afferma infatti di non ricordare più il pin per sbloccarlo...&nbsp; 
Durante il processo, le due donne (una risiede a Robecco, l’altra a Magenta) non sono in grado di associare con certezza “la mano“ che le filmava a quella persona, pur se in un caso sia stata sorpresa dentro il bagno. E nonostante l’accusa chieda la condanna del ventenne a un anno di detenzione, sostenendo che l’atteggiamento messo in atto dal ragazzo è inequivocabile, dall’agitazione alla corsa per scappare, alla fine vuoi perché manca la prova regina (video e foto), vuoi perché l’imputato risarcisce con alcune centinaia di euro le vittime, vuoi ancora perché non c’è stato un reato più grave, quello nello specifico della molestia fisica, alla fine si decide per l’assoluzione. «In quel bagno può esserci entrato per errore – sostiene il suo avvocato Roberto Grittini – dopo averlo scambiato col bagno degli uomini». Una tesi che convince la corte.

Infilò cellulare sotto la porta del bagno delle donne per filmarle. Assolto guardone 2.0

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