In aeroporto 70 ore, da Busto Garolfo partono le cause contro Ryanair

I genitori dei trenta ragazzi bloccati a luglio in aeroperto a Londra si rivolgono al tribunale

DISAGI Nella foto in alto un volo da Malpensa: il volo dei ragazzi era diretto allo scalo della Brughiera. Sopra coce ai check in

DISAGI Nella foto in alto un volo da Malpensa: il volo dei ragazzi era diretto allo scalo della Brughiera. Sopra coce ai check in

Busto Garolfo (Milano), 9 settembre 2018 - Hanno scelto di non costituire una class-action contro Ryanair i genitori dei trenta ragazzi bloccati settanta ore in aeroporto a Londra lo scorso mese di luglio e costringendo i genitori, per riportarli a casa in breve tempo, a noleggiare a loro spese tre minibus. Ogni famiglia farà causa autonomamente a Ryanair per chiedere il risarcimento di circa ventimila euro in totale sborsati per tornare a casa.

La vicenda inizia con i primi giorni del mese di luglio quando un gruppo di trenta ragazzi tra i tredici e i diciassette anni partono da alcuni paesi dell’altomilanese per una vacanza studio in Inghilterra. Tutto secondo programma durante le due settimane della vacanza, i guai iniziano però il ventisei luglio quando i ragazzi, fatte le valigie si dirigono verso l’aeroporto di Londra Stansted per imbarcarsi sul volo diretto a Malpensa. Dopo due ore d’attesa all’interno del velivolo, i passeggeri vengono informati che a causa della mancanza di personale, il volo viene annullato e quindi saranno trasferiti, a spese della compagnia aerea, in un albergo fino al giorno successivo.

Dietro front con tanto di bagagli in sala d’aspetto in attesa dei taxi. Finalmente intorno alle tre di notte un letto dove almeno riposarsi in attesa del reimbarco. Reimbarco avvenuto regolarmente nel pomeriggio del giorno dopo come previsto, con tanto di check-in, caricamento dei bagagli e posizionamento sui sedili. Del classico rumore dei motori che preannuncia il decollo però neanche l’ombra, tutto fermo, viaggiatori spazientiti, personale in completo imbarazzo e tanta ironia tra i ragazzi. Aereo inchiodato a terra ancora per mancanza di personale e quindi ancora la partenza rinviata, questa volta però senza alcuna garanzia su un eventuale volo di rientro a breve termine. Mentre i ragazzi scaricati per la seconda volta dal velivolo bivaccano negli enormi saloni dello scalo londinese, a casa la preoccupazione inizia a concretizzarsi, accresciuta dalla ormai totale mancanza di notizie positive da parte di Ryanair non più in grado, al momento, di garantire il ben che minimo supporto ai giovanissimi ragazzi praticamente lasciati, insieme agli accompagnatori, a loro stessi.

Vista la totale impasse creatasi, dall’Italia i genitori dei trenta ragazzi non si sono fatti prendere dal panico e in brevissimo tempo si sono attivati per mettere in atto un piano «b» e garantire il ritorno a casa dei loro figlioli. La salvezza dei trenta ragazzi ormai stremati da una notte passata in aeroporto si materializza sabato 29 luglio con l’arrivo di tre minibus noleggiati dai genitori dall’Italia che via mare, avrebbero oltrepassato la Manica, attraversato quasi tutta la Francia e riportato dopo un viaggio di venti ore i giovani studenti tra le braccia di mamma e papà. Una vicenda che ha visto trenta minori insieme ai loro accompagnatori bloccati in aeroporto senza via d’uscita. Il conto di oltre seicento euro a ragazzo, i genitori cercheranno di addebitarlo a Ryanair con quale esito ancora non è dato a sapersi.