Città metropolitana non cede: "Avanti coi rifiuti nelle cave"

Casorezzo, a due mesi dalla sentenza del Tar che aveva bocciato il progetto i dirigenti insistono per la realizzazione di una discarica per gli scarti

Una delle tante manifestazioni promosse dai Comitati contro la discarica

Una delle tante manifestazioni promosse dai Comitati contro la discarica

Casorezzo (Milano) - È durata lo spazio di un paio di mesi l’esultanza dei Comuni e dei comitati Antidiscarica per la sentenza con la quale il Tar Lombardia ha, di fatto, annullato le autorizzazioni concesse da Città Metropolitana per la realizzazione, presso le cave di Casorezzo, di una discarica di rifiuti speciali non pericolosi provenienti da siti contaminati. In risposta alla sentenza del Tar, poco prima della pausa di Ferragosto, gli uffici di Palazzo Isimbardi hanno pubblicato due decreti dirigenziali del "Settore qualità dell’aria, rumore ed energia" e del "Settore rifiuti e bonifiche" che puntano ad andare oltre la sentenza emessa a giugno.

Il sostegno del governatore Giuseppe Sala alla causa dei no-discarica si è sciolto come neve al sole lasciando poco spazio alle interpretazioni. Stando a quanto riportato nel comunicato congiunto diffuso dai comitati Antidiscarica, dal Parco e dai Comuni di Busto Garolfo e Casorezzo, i dirigenti di Città Metropolitana appaiono più che mai determinati a superare l’annullamento delle autorizzazioni imposto dal Tar dopo l’accoglimento del ricorso presentato dagli agricoltori e da Legambiente.

Sulla vicenda pende il rischio di un risarcimento milionario che la Solter srl , proprietaria del sito al confine tra i Comuni di Busto e Casorezzo, potrebbe chiedere all’ex Provincia di Milano nel caso in cui le autorizzazioni prima concesse ed ora bloccate risultassero di fatto carta straccia. Le attività di preparazione dei bacini per il contenimento dei rifiuti sono già in corso e presto l’area di 60 mila metri quadrati profonda una decina di metri sarà pronta per accogliere 600 mila metri cubi di terre classificate con oltre 100 tipologie diverse di rifiuto. Nonostante le ripetute rassicurazioni della Solter, sul rispetto delle più scrupolose norme in materia di tutela ambientale, gli amministratori locali, il Parco e i comitati Antidiscarica non vogliono nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi di un ripristino ambientale così come indicato dal progetto.

"Siamo davvero sbalorditi – commentano – davanti a tanta determinazione di Città Metropolitana di Milano, nel voler a tutti i costi mandare avanti questo assurdo progetto. Quest’ultimo atto ci pare l’ennesimo tentativo di rimediare a una vicenda che non si regge". Da 21 anni il sito, un tempo destinato all’estrazione di sabbia e ghiaia per l’edilizia, fa paura al territorio del Bustese. I sindaci che si sono alternati alla guida dei due Comuni hanno sempre trovato nel cassetto le pratiche per colmare i bacini inutilizzati con rifiuti più o meno pericolosi. Fino ad oggi le pieghe delle normative in materia ambientale hanno sempre permesso di allungare l’arrivo dei Tir. Col cambio di strategia di Città Metropolitana, le cose potrebbero complicarsi rendendo tutto più difficile ed imprevedibile. Gli antidiscarica non gettano la spugna.