Omicidio Carol Maltesi, indagini chiuse: il killer Davide Fontana "geloso ossessivo"

Verso il processo Davide Fontana, l’assassino di Carol Maltesi-Charlotte Angie: ha fatto a pezzi la ragazza a Rescaldina e l'ha gettata in un dirupo nel Bresciano

Carol Maltesi, Davide Fontana e la casa di Rescaldina

Carol Maltesi, Davide Fontana e la casa di Rescaldina

Sono state ufficialmente chiuse le indagini sull’omicidio di Carol Maltesi, la 26ennne di Rescaldina fatta a letteralmente a pezzi dal vicino di casa. Secondo la procura di Busto Arsizio, Davide Fontana avrebbe agito da solo perché ossessivamente geloso della donna. Nessuna terza persona e nessun movente economico quindi, come era stato ipotizzato in un primo tempo. L’omicida, che si trova nel carcere di Busto Arsizio, adesso dovrà difendersi in giudizio anche se l’ipotesi dell’ergastolo rimane quella più concreta.

L’impiegato di banca aveva ucciso la sua amica durante un gioco erotico poiché si era accorto che Carol voleva avvicinarsi al figlio di sei anni a Verona, lasciando quindi l’abitazione di Rescaldina, nella cui casa di corte si era spostato pochi mesi prima anche lui, seguendo di fatto la donna e lasciando la sua ex moglie a Milano. Il tutto dopo una telefonata con l’ex compagno che aveva interrotto il video che i due stavano girando. Lo scatto di follia del Fontana fu terrificante: martellate in testa alla giovane che poi finì, mentre rantolava a terra, tagliandole la gola. Un gesto pietoso, lo ha definito il Fontana durante l’interrogatorio di garanzia. Un gesto di un folle incapace di accettare la decisione della donna di lasciare il paese e quindi anche lui, definito amico e nulla di più. Si è sentito tradito, nonostante tutto, nonostante il ruolo di Charlotte Angie, così si faceva chiamare Carol su Onlyfans, nella sua vita. Due amici, anche di letto, ma non due fidanzati.

Il movente economico viene abbandonato. Semmai adesso diventa una aggravante quella di aver poi sottratto soldi sul conto di Carol, e usato la sua auto per i mesi a seguire, oltre al cellulare. Il tutto per non lasciare tracce sulla scomparsa, alimentando un alone di mistero che poi è crollato con passare del tempo. I resti di Carol rimasti per mesi in un frigor a pozzetto nella cucina di casa sua. Poi la decisione di gettarne il corpo in due sacchi in un dirupo in Valcamonica, usando sempre la Fiat 500 della donna, come nulla fosse. Poi le indagini e la scoperta del terribile delitto di cui adesso dovrà risponderne davanti ai giudici del tribunale di Busto Arsizio.