Il caro energia stende gli hotel: "L’ultima bolletta choc: +350%"

Luigino Poli, vicepresidente di Federalberghi Milano, ritiene insostenibili i recenti aumenti

Luigino Poli, vicepresidente di Federalberghi Milano

Luigino Poli, vicepresidente di Federalberghi Milano

San Vittore Olona (Milano) - Alberghi e caro energia: la tempesta perfetta. Luigino Poli, vicepresidente di Federalberghi Milano, ritiene insostenibili i recenti aumenti del costo dell’energia. "E’ una situazione che sfiora e in alcuni casi tocca i contorni del dramma. Lo scorso 31 marzo la presidente di Confindustria alberghi Maria Carmela Colaiacovo, in una conferenza stampa alla camera dei deputati aveva ipotizzato per l’estate in corso un aumento del peso del costo energetico per gli alberghi dal 5% del fatturato al 20%. Insomma quattro volte di più. Detto. Fatto. Ho visto con i miei occhi l’ultima bolletta del nostro albergo e dei nostri ristoranti che registra un aumento di più del 350% rispetto allo stesso periodo del 2019, del 2020 e al 2021 e mi domando come sia possibile che accada tutto questo".

Secondo gli albergatori i prezzi dell’energia elettrica sono ormai fuori controllo e questa ulteriore difficoltà si è accumulata con i costi sostenuti in due anni di pandemia con chiusure temporanee, importanti investimenti per la sicurezza sanitaria, diminuzione della clientela. "Adesso, nel pieno di una prima debole ripresa, arriva questa ulteriore mazzata che costringe me e i miei colleghi a rivedere per l’ennesima volta i programmi, a rifare nuovamente i conti per capire se e dove è possibile recuperare queste spese. Chi nel frattempo sapeva e sarebbe dovuto intervenire con decisione non ha trovato di meglio da fare che far cadere il governo e trascinarci in piena estate e nel pieno della crisi energetica in una assurda campagna elettorale. Eppure le soluzioni per attenuare quantomeno gli effetti devastanti di questa crisi in parte già c’erano. Sempre a margine del già citato incontro alla Camera di fine marzo i rappresentanti della nostra categoria avevano formulato alcune strade possibili. Primo fra tutti l’innalzamento al 25% del credito di imposta previsto per l’acquisto di energia elettrica, analogamente a quanto stabilito per le imprese cosiddette “energivore”.

Già perché scusate se insisto ma se sono importanti i posti di lavoro nell’agroalimentare, nelle acciaierie o nelle cartiere perché non dovrebbero essere altrettanto importanti i posti lavoro di un’industria che offre come servizio più di 2 milioni di posti letto, dà lavoro a 1,3 milioni di addetti (di cui 879 mila dipendenti), realizza un fatturato di quasi 80 miliardi e valore aggiunto di 30?".