Le badanti ucraine dell'Alto Milanese: "Il nostro stipendio? Lo spediamo a Kiev"

La mobilitazione per aiutare le famiglie: "È una tragedia, dobbiamo fare qualcosa"

Una manifestazione contro la guerra in Ucraina

Una manifestazione contro la guerra in Ucraina

Busto Garolfo (Milano) - La resistenza ucraina all’avanzata delle truppe della Russia di Putin passa anche attraverso i Comuni dell’Altomilanese. Dopo lo sconcerto seguito all’ingresso dei tank con la stella rossa nelle città ucraine, molte collaboratrici domestiche ospitate nelle case si sono date da fare per sostenere i loro familiari impegnati sul fronte antinvasione. A Busto Garolfo come in tante altre piazze della zona il tradizionale ritrovo pomeridiano si è trasformato in una centrale organizzativa a cielo aperto per il sostegno ai connazionali in guerra contro la Russia. Elena, cinquantenne assistente domestica, impiega tutto o quasi il suo tempo libero per coordinare gli aiuti da inviare attraverso il corridoio polacco verso la patria. "Tutti i bus che normalmente facevano la spola trasportando generi alimentari e persone – spiega – adesso raccolgono ogni sorta di genere alimentare e di vestiario per i nostri parenti che vivono nei bunker antiaerei. Putin non vincerà sull’Ucraina, noi combatteremo".

Nella capitale Kiev così come nelle altre grandi città lungo il fiume Dniepr il costo dei viveri è quintuplicato e molti generi alimentari iniziano a diventare introvabili. Ecco allora mettersi in moto la catena solidale che dall’Italia fa rotta verso l’Ucraina. Utilizzando il loro stipendio centinaia di "badanti" acquistano in Italia generi di prima necessità per spedirli poi ai loro cari. "Non tutti hanno scelto di lasciare l’Ucraina per venire in Italia – prosegue Elena – molti sono rimasti a difendere le nostre città e noi qui abbiamo il dovere di aiutarli". È una situazione complessa, molte lavoratrici impegnate nel servizio presso le case di anziani stanno utilizzando parte delle loro riserve per fronteggiare l’emergenza. "I soldi che prendo lavorando qui ora mi serviranno quando sarò più anziana, per farmi curare negli ospedali ucraini e per mangiare. Se devo utilizzarli adesso per aiutare i miei figli alla fine cosa mi resterà quando sarò vecchia?" Elena però non ci pensa, adesso deve aiutare il suo popolo, quando i carri armati se ne saranno andati allora si potrà pensare al futuro. "Il nostro Presidente Volodymyr Zelens’kyj sta facendo il suo dovere e noi faremo il nostro, ho fiducia in Zelens’kyj e la Russia non ci conquisterà. Per la pace? È ancora presto secondo me, non tutto però è perduto". Intanto il telefono squilla arriva una video chiamata ed Elena torna a parlare la sua lingua perché non c’è tempo da perdere è il momento di pensare alla sua gente.