"Era buono e solare, amava la vita": Legnano piange la vittima dell'attentato a Barcellona

Annunciato il lutto cittadino per Bruno Gulotta, il manager di 35 anni ucciso dal terrorismo

Bruno Gulotta seduto con il computer acceso

Bruno Gulotta seduto con il computer acceso

Legnano, 19 agosto 2017 - «Come sto? È difficile da dire perché in questi momenti ci si sente completamente vuoti». Umberto Gulotta, il padre del legnanese ucciso sulle Rambla a Barcellona, ha raccontato in serata, a nome dell’intera famiglia, a Tv2000 i dettagli di quei drammatici momenti. «Mancavano pochi minuti alle 5 quando mia nuora mi ha telefonato e con voce rotta mi ha informato che c’era stato un attentato sulla Rambla e che mio figlio era stato investito in pieno da un furgone che aveva travolto anche altre persone». Bruno era partito con moglie e figli la mattina di Ferragosto, aveva fatto tappa a Cannes e ieri mattina era ripartito per Barcellona. «Tempo di sistemarsi nel residence che avevano prenotato, mangiare, riposarsi, la passeggiata sulle Ramblas era per loro la prima attività vacanziera: il bambino più grande camminava per mano col padre ma mia nuora - spiega - quando ha sentito il trambusto, è riuscita ad afferrarlo e a tirarlo verso di sé, sottraendolo alla traiettoria del furgone. Purtroppo non è riuscita a fare lo stesso con mio figlio».

Se il padre è sconvolto, Legnano lo è altrettanto, tanto che il sindaco, Gianbattista Fratus, che ha subito speso parole di vicinanza ai due figli di Gulotta e alla compagna, Martina Sacchi, ha annunciato che dichiarerà il lutto cittadino.«Era un bravo ragazzo, molto legato alla famiglia. Ci siamo salutati martedì, era contento di andare in vacanza con la famiglia» ricorda con un filo di voce Roberto Bombassei, noto artista e vicino di casa di Bruno Gulotta. «Praticamente è cresciuto qui in via Venezia – raccontano alcuni vicini – La sua passione era il computer, era un mago in quello». Il 35enne lavorava come sales manager all’interno di Tom’s Hardware, rivista che si occupa di recensioni di prodotti tecnologici. Lì, nella sede di via XX Settembre a Legnano, la voglia di parlare è poca. «Lavorava qui da sei anni – ricorda il collega Manolo De Agostini – Era puntuale, preparato, disponibile a dare una mano. Lui c’era sempre per tutti. Aspettava questa vacanza con la famiglia, non vedeva l’ora di stare con la moglie, della quale ci parlava sempre, e con i figli. Ci ha sempre descritto Alessandro come una simpatica furia, della piccolina poi era innamorato». «Era un ragazzo molto solare – commenta un altro collega, Valerio Porcu – e trovava sempre il tempo per aiutare tutti». Roberto Buonanno, country manager della Tom’s Hardware, ha saputo della tragedia attraverso una telefonata. «Bruno era serio, ma anche umile. Era uno che non accettava mai di affidare una scelta di responsabilità a un altro – sottolinea – Studiava. Si preparava. Oltre alla perdita affettiva, che ci strazia, c’è quella professionale, incalcolabile. Era il direttore marketing, teneva i rapporti con i clienti più grandi. Ho ricevuto centinaia di mail di condoglianze dai colossi del settore».