Non basta la tragedia, pure gli sciacalli. Sito pirata annuncia: Bruno Gulotta non è morto

La compagna del legnanese ucciso dai terroristi a Barcellona: vi prego, chiudetelo

Bruno Gulotta e la compagna Martina Sacchi

Bruno Gulotta e la compagna Martina Sacchi

Legnano (Milano), 24 agosto 2017- Un grido disperato, che squarcia il silenzio. Un grido di dolore, una reazione nei confronti di chi quel dolore non solo non lo sta rispettando ma lo mette addirittura in dubbio con deliri complottisti. Martina Sacchi, compagna di Bruno Gulotta, il legnanese ucciso nell’attentato di Barcellona, rompe il silenzio per rispondere a muso duro ad alcuni utenti di Facebook. Sconosciuti che nulla sanno di quello che sta provando, ma che si permettono di mettere in dubbio la morte del 35enne travolto dal furgone sulla Rambla. La donna interviene, con una dura ma educata presa di posizione, proprio sulla pagina Facebook nata all’indomani della morte del compagno, quella di Bruno Gulotta come personaggio pubblico.

Alcuni utenti avevano già cercato informazioni in merito a chi avesse creato questa pagina, senza però ricevere alcuna risposta. E così ora ecco arrivare anche il commento di chi questo dolore lo sta vivendo sulla propria pelle. «Sono la compagna di Bruno Gulotta - scrive Martina Sacchi - questa pagina è stata creata da estranei e presenta contenuti offensivi nei confronti del mio compagno, come i video pubblicati nei post sotto, dove asseriscono che sia tutto un fake e che Bruno non sia morto davvero. Vi prego di ignorare questa pagina, rimuovere il like e, possibilmente, segnalarla a Facebook affinché venga eliminata». Nessuna risposta in merito al commento di Martina Sacchi. La pagina Facebook, nonostante gli appelli di questa donna distrutta dal dolore, fino a ieri è rimasta aperta. «Restiamo umani», diceva il compianto Vittorio Arrigoni e forse è davvero questo concetto che in molti, con teorie complottiste che ormai hanno dello stucchevole, stanno perdendo: l’umanità. 

Un ulteriore schiaffo al dolore di chi da quel terribile giovedì sera di Barcellona sta vivendo un incubo. Già martedì, infatti, i responsabili di Tom’s Hardware, la rivista di informatica per la quale lavorava Bruno Gulotta, avevano denunciato un tentativo di truffa proprio riguardo al conto da loro aperto per la raccolta fondi in favore della compagna e dei figli del 35enne legnanese. In gergo tecnico si chiama “phishing” e rappresenta un inganno. 

All'indirizzo della raccolta fondi, infatti, è arrivata una email che aveva le caratteristiche di una comunicazione “di sistema” nella quale si chiedeva di comunicare la password. Il motivo? Se i destinatari della email avessero fornito la password i truffatori - spesso sono dei robot che inviano la comunicazione automaticamente a tappeto a un certo numero di indirizzi - avrebbero potuto avere accesso al conto e quindi rubare le donazioni di migliaia di persone. La truffa è stata sventata ed è stata presentata una denuncia alla polizia postale. Oggi, alle 14.30 nella basilica di San Magno a Legnano, si svolgerà l’ultimo atto di questa terribile vicenda: i funerali di Bruno Gulotta, officiati da monsignor Angelo Cairati.