Legnano, botte senza pietà per un rimprovero

Barista di via Sant’Ambrogio aggredito da una gang e buttato a terra

 L’aggressione è avvenuta a due passi dalla chiesa di Sant’Ambrogio (Studiosally)

L’aggressione è avvenuta a due passi dalla chiesa di Sant’Ambrogio (Studiosally)

Legnano (Milano), 28 settembre 2019 - Per l’ennesima volta sorprende la banda di giovani mentre sta bivaccando fra tavolini e sedie del bar. Il solito gruppo di ventenni che da anni ha trasformato la piazzetta pedonale del Borgo Sant’Ambrogio, e i suoi portici, in una specie di “proprietà privata” dove fare ciò che vuole. La reazione istintiva è quella d’invitarli a sloggiare, che il locale a quell’ora – sono circa le quattro del pomeriggio – sta per riaprire. «Dovete andarvene da qui», dice scocciato di fronte a una scena che si sta ripetendo ormai da troppo tempo. Parole che fanno da detonatore. Marco R. 53 anni, titolare del bar “Touraco” di via Banfi, a ridosso della chiesa di Sant’Ambrogio, è prima coperto d’insulti e poi, quando dalle parole si passa alle mani, aggredito, picchiato a suon di calci e pugni, colpito alla faccia con dei sassolini di ghiaia raccolti dalla strada e infine gettato a terra.

Una reazione furibonda, da “arancia meccanica” come si dice in questi casi. Senza nessuna pietà. Protagonisti almeno una decina (e forse qualcosa di più) di ragazzi – con loro c’è anche qualche ragazza – che dalla piazzetta lo rincorre fino a raggiungerlo nella parte opposta, nella parte di porticato affacciata su via Banfi, e qui decide di “punirlo”. L’uomo nella caduta sull’asfalto picchia la testa. Le urla richiamano l’attenzione di una donna che dalla finestra assiste alla scena, e poi della sorella dell’uomo, Daniela, che assieme a lui gestisce il “Touraco” e in quel momento si trova all’interno del locale.

Entrambe le donne prima chiama no la Polizia locale, poi i carabinieri. Arriveranno prima i militari dell’Arma, mentre Marco per fortuna ancora cosciente ma in uno stato soporoso – non è in grado di ricordare cosa gli è appena successo – viene soccorso dall’equipaggio di un’ambulanza e dopo le prime cure, per quello che pare essere un ematoma alla testa, viene portato in ospedale. «Chiamiamo continuamente le forze dell’ordine per quello a cui assistiamo qui a ogni ora del giorno e della notte – si sfoga Daniela in preda alla rabbia e quasi in lacrime – ma nessuno fa nulla. Siamo in pieno centro ma sembra di essere in una periferia estrema, senza regole». Nel frattempo arrivano le persone che vivono nei palazzi affacciati sulla piazza. E raccontano di una situazione incandescente. Sono esasperati. «Qui succede di tutto, e gira anche della droga – racconta una di loro –. C’è da avere paura». «Sapete come finiremo per risolvere queste cose? Uscendo con un bastone e facendoci giustizia da soli», rincara la dose un altro rivolto ai carabinieri.