Rescaldina, un progetto per far rinascere i boschi della droga

Dopo l’omicidio di Rescaldina, sindaci riuniti per presentare un'idea condivisa che rilanci la zona

RILIEVI Il campo in cui è stato ritrovato il cadavereAL LAVORO Le forze dell’ordine stanno cercando di far luce sul caso

RILIEVI Il campo in cui è stato ritrovato il cadavereAL LAVORO Le forze dell’ordine stanno cercando di far luce sul caso

Rescaldina (Milano), 19 gennaio 2019 - Indagini in stand by sull’omicidio di Diop Modou Abib, il senegalese di Borgomanero trovato morto in un campo in prossimità dei boschi della droga. L’uomo, classe 1964, era un clandestino a tutti gli effetti sul territorio italiano e aveva precedenti per spaccio. La pista quindi che il pubblico ministero di Busto Arsizio, Rossella Incardona, sta seguendo è quella legata al mondo della droga. Nulla invece trapela sugli spostamenti dell’uomo, domiciliato a Borgomanero fino al 2017, ma da allora senza una residenza precisa. Si pensa, ma è solo una ipotesi, che sia arrivato a Rescaldina in treno. Ma sulla sua presenza sul territorio al momento non emergono prove o testimonianze. 

L'omicidio di Rescaldina
L'omicidio di Rescaldina

Intanto sulla questione dei bosco del Rugareto il sindaco Michele Cattaneo ha inviato una lettera al prefetto: «Ho ripreso i fatti avvenuti in passato e ho chiesto di incontrarci nuovamente - spiega il primo cittadino -. Ho ribadito il problema della stazione, anche se non è certo l’unico che abbiamo. Avere la stazione molto vicina a questi luoghi si spaccio è una sorta di portone di ingresso aperto. Noi abbiamo bisogno che la stazione venga presidiata di più, ma i nostri compiti non si esauriscono in questa struttura».

Intanto sulla riqualificazione totale dei boschi del Rugareto, che ormai in tanti definiscono i boschi della droga, è stato convocato a Rescaldina per mercoledì mattina un incontro insieme ai sindaci di Castellanza, Uboldo, Marnate, Gorla Minore, Cislago e Gerenzano. «Metteremo sul tavolo l’idea comune di questo progetto di riqualificazione dei boschi con tanto di finanziamento» spiega Cattaneo. Una svolta che in molti considerano epocale per poter dare un nuovo futuro a una zona che ormai è teatro di un degrado senza precedenti.

Nei boschi vicino al campo dove è stato trovato morto il senegalese i carabinieri hanno trovato una sorta di capanno in cui c’erano un machete, cibarie e riscaldamento di fortuna. Il supermercato della droga era evidentemente aperto durante l’esecuzione dell’uomo e chi ha assistito all’omicidio è poi scappato di corsa dai luoghi solitamente affollati di spacciatori e acquirenti.