Gli esperti: "La nuova biblioteca di Legnano nell'ex tribunale? Si può fare"

Non si placano le polemiche sulla proposta della Giunta di realizzare la nuova biblioteca nel parco Falcone Borsellino

L'ex tribunale di Legnano

L'ex tribunale di Legnano

Legnano (Milano), 26 aprile 2018 - «Le motivazioni che secondo l’Amministrazione comunale sconsigliano la trasformazione dell’ex tribunale mi sembrano tutte superabili e non vincolanti: è però vero che un’Amministrazione può anche scegliere di prendere una direzione diversa, ma non giustificandola attraverso un «non si può fare» che in questo caso non mi pare calzante»: è con queste parole che Michele Achilli, socio dello studio che progettò l’ex tribunale, e Riccardo Canella, figlio di Guido Canella che firmò il progetto architettonico, hanno commentato la querelle che si è aperta sul futuro utilizzo dello stesso immobile e sulla decisione del Comune di realizzare una nuova biblioteca nel parco Falcone Borsellino.

I due hanno visitato l’ex tribunale alla fine della scorsa settimana: una presenza giustificata non dall’adesione all’iniziativa dell’opposizione, ma dalla strada scelta dai rappresentanti della lista Legnano al Centro che, come scelta individuale, hanno preferito cercare un confronto con basi più concrete, invitando i rappresentanti dello studio che quello stesso immobile aveva progettato.

«È certamente possibile una trasformazione dell’ex tribunale in biblioteca - ha spiegato Canella -: anzi, potrebbe essere una soluzione ideale e le motivazioni tecniche che vengono portate dall’Amministrazione per escludere questa strada mi sembrano tutte facilmente superabili; ovviamente procedendo con un rinnovamento degli impianti. D’altronde questa metamorfosi corrisponde a ciò che è successo anche a Segrate». A Segrate, a dire il vero, non è che tutto sia andato proprio per il verso giusto: lì l’ex tribunale, progettato da Guido Canella, Michele Achilli, Daniele Brigidini e Laura Lazzari nel 1963-66, è stato poi trasformato in tempi recenti in una biblioteca-centro culturale a partire da un progetto che venne affidato allo stesso studio Achilli-Canella: l’edificio è stato però contestato perché ristrutturato, a detta degli architetti, «in difformità con lo stesso progetto», tanto da divenire oggetto di un appello firmato dai rappresentanti delle cultura archittetonica italiana.