Bernate dice addio al forno crematorio

Vittoria dei comitati: la Regione depenna il paese dalla lista dei siti lombardi dove possono essere realizzati o ampliati

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di Giovanni Chiodini

L’Ovest Milanese non avrà il suo forno crematorio. Bocciata la proposta del Comune di Bernate per la contrarietà espressa dalla maggioranza dei residenti, quando già la stessa era stata inoltrata alla Regione da parte della Giunta una manifestazione d’interesse, per i residenti in questa ampia fascia dell’hinterland restano disponibili solo i forni già operativi di Busto Arsizio e Trecate, in Piemonte. Al bando regionale avevano comunque risposto ben 27 Comuni, di cui 19 per la realizzazione di nuovi impianti e otto per il potenziamento di quelli esistenti. La Regione in questi giorni ha definito i siti dove si potrà realizzare un nuovo forno crematorio e i sette già esistenti che si potranno ampliare in modo di poter far fronte alle quasi 18mila cremazioni che si stima si faranno in Lombardia nel 2024. Il nuovo forno sarà realizzato a Chiari, nel Bresciano. Verranno invece potenziati i forni già operativi di Albosaggia, Como, Mantova (capacità 1.200 cremazioni all’anno), Varese, Bergamo, Pavia (2.500) e Brescia (5.000).

A Bernate la proposta per la realizzazione del forno crematorio era stata presentata nei mesi scorsi alla Giunta da una impresa locale che opera nel settore delle pompe funebri, che avrebbe costruito il forno in un’area attigua all’attuale camposanto. Inizialmente la Giunta l’aveva accolta in maniera positiva, anche perché l’attivazione del forno avrebbe garantito delle entrate certe e consistenti per il Comune (il sindaco Colombo aveva parlato di centomila euro all’anno, che sarebbero stati usati per contenere le tasse comunali e fare investimenti nei campi dell’istruzione, dei servizi sociali e delle opere pubbliche). Poi però c’è stata una vera e propria sommossa popolare, non solo della minoranza che siede in Consiglio. In pochi giorni, nonostante il maltempo, ai banchetti allestiti in paese si sono recate più di mille persone.

Una reazione che ha sorpreso la stessa amministrazione, costretta poi in fretta e furia a scrivere alla Regione per chiedere la revoca della manifestazione d’interesse. Una scelta che ha lasciato strascichi all’interno dello stesso schieramento di maggioranza, che ha portato all’uscita dall’agone politico di un’assessore, Marzia Techiatti. "Avremmo potuto fornire tutte le rassicurazioni di tutela dell’ambiente e della salute senza trascurare il beneficio economico certo per le casse comunali per un lungo periodo, ma subito è emerso il no alla realizzazione del forno a Bernate" aveva commentato, delusa, il sindaco Mariapia Colombo.