Bareggio, custode del laghetto ucciso: caso risolto dopo più di 12 anni

Il guardiano era morto annegato per sfuggire a una brutale aggressione. Un romeno di 39 anni a processo

I rilievi dei carabinieri sul luogo del delitto

I rilievi dei carabinieri sul luogo del delitto

Bareggio (Milano) - Dopo più di 12 anni è stato risolto il caso della morte del guardiano del 'Laghett di Amis' di Bareggio, nel Milanese, dove l'uomo, Salvatore Sarullo, si gettò ed annegò nel disperato tentativo di salvarsi durante una rapina in cui era stato brutalmente aggredito. Così il gup di Milano Guido Salvini, su richiesta del pm Giovanni Tarzia, ha disposto il rinvio a giudizio di un 39enne originario della Romania, ritenuto responsabile, con altri complici al momento sconosciuti, di omicidio preterintenzionale e di tentata rapina. Per la vicenda, nel 2010, erano state arrestati altri quattro romeni, nei cui confronti il pm Tarzia, che si è ritrovato a dover affrontare la vicenda ritornata sul suo tavolo a dibattimento già cominciato, ha chiesto l'archiviazione.

Il processo per l'unico imputato, rintracciato l'anno scorso, si terrà il 16 novembre davanti alla Corte d'Assise. Nei confronti di "U turcu", questo il soprannome dell'uomo, inquirenti e investigatori hanno raccolto una serie di prove, tra cui il suo Dna su un passamontagna ritrovato ai margini dell'area, che hanno portato a formulare la richiesta di rinvio a giudizio. Come si legge nel decreto che dispone il giudizio, Marius Elvis Draghici, con altri complici nomadi "non identificati", nella notte tra il 15 e il 16 giugno 2009, dopo aver scavalcato la recinzione del "carpodromo", ossia l'impianto di pesca sportiva, aveva tentato di entrare nell'abitazione di Sarullo per rapinarlo.

Il 39enne, sorpreso con i suoi complici, ha aggredito il custode con una trave e un bastone chiodato. La vittima però nel "tentativo di sottrarsi alla violenta e brutale aggressione" si è tuffato "nelle acque dell'adiacente laghetto, unica possibile via di fuga", dove, a causa delle ferite è morto annegato. Mentre la banda è scappata dopo l'intervento del gestore dell'impianto. Draghici è stato rintracciato solo l'anno scorso quando, come ha spiegato il suo difensore, l'avvocato Roberto Rovere Querini, è ritornato in Italia dalla Romania, il suo Paese di origine dove si trovava dopo essere stato espulso.